Sono stati conclusi, con la
chiusura del capitolo sugli investimenti, i negoziati
sull'accordo di libero scambio tra Ue e Singapore. "Ora abbiamo
un accordo onnicomprensivo che è la porta d'ingresso a questa
importante regione in Asia", ha annunciato il commissario Ue al
commercio Karel De Gucht, sottolineando che l'intesa commerciale
(Eusfta) "aiuterà a sostenere la crescita, gli investimenti e
l'occupazione nell'Ue" aprendo all'Europa il mercato dell'Asean
da 600 milioni di consumatori.
Ora il capitolo sugli investimenti, che assicura un contesto
stabile ed equo per gli investitori stranieri preservando allo
stesso tempo il diritto delle parti di regolamentare nel
pubblico interesse, dovrà passare al vaglio legale, prima che Ue
e Singapore finalizzino in modo formale i negoziati. L'accordo
di libero scambio prevede la liberalizzazione dei mercati di
servizi, investimenti e appalti, la rimozione delle barriere
tariffarie e non tariffarie, e la promozione della crescita
verde attraverso bandi pubblici 'verdi'. In particolare, gli
esportatori di elettronica, farmaceutica e chimica e prodotti
alimentari lavorati di Singapore avranno accesso senza dazi al
mercato europeo, mentre gli esportatori europei avranno
immediato accesso a quello di Singapore per tutti i prodotti.
"Sarebbe un chiaro disastro" per l'Ue togliere la clausola
per la protezione degli investimenti e la risoluzione delle
dispute tra investitore e stato (Isds) dagli accordi commerciali
di libero scambio dell'Ue. E' "l'opinione personale" di De
Gucht, ricordando che il suo inserimento nelle intese finora
strette, inclusa quella con Singapore, o in corso di negoziato
"non è una cosa strana o sospetta" che sta facendo la
Commissione ma viene "dal mandato del Consiglio".
Per l'accordo con il Canada, dove la clausola c'è ma alcuni
paesi come la Germania l'hanno criticata, De Gucht ha ricordato
che c'è stato nonostante tutto "l'accordo unanime" da parte
degli stati membri. E anche per il Ttip, l'accordo con gli Usa,
il mandato è ugualmente stato dato alla Commissione "con 24
stati su 28 favorevoli". La nuova Commissione Ue, ha aggiunto il
commissario uscente, però "può sempre decidere di chiedere al
Consiglio di cambiare il mandato negoziale, ma sarebbe un chiaro
disastro per la posizione negoziale Ue".
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