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Corte Ue boccia Italia per discariche Roma e Latina

Corte Ue boccia Italia per discariche Roma e Latina

Non rispettate norme comunitarie almeno fino ad agosto 2012

BRUXELLES, 15 ottobre 2014, 13:59

Redazione ANSA

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BRUXELLES - La Corte europea riconosce la validità della documentazione presentata dalla Commissione Ue e dichiara l'Italia inadempiente per le discariche di Roma (Malagrotta, Colle Fagiolara, Cupinoro, Montecelio-Inviolata e Fosso Crepacuore) e delle due discariche del SubAto di Latina ubicate a Borgo Montello. Secondo i giudici, al primo agosto 2012 (scadenza del termine stabilito nella procedura di infrazione della Commissione) il trattamento dei rifiuti in Lazio era inadeguato e chiede che l'Italia si conformi. La Corte riconosce quindi che al primo agosto 2012 la situazione nella Regione Lazio non era conforme alle prescrizioni delle direttive 2008/98 e 1999/31, che si fondano sull'idea che l'interramento, così come qualsiasi altro trattamento di rifiuti, debba essere controllato e gestito in modo da prevenire o ridurre i potenziali effetti negativi su ambiente e salute.

In quella data, spiegano infatti i giudici, non erano state adottate "tutte le misure necessarie per un'adeguata selezione delle diverse frazioni e la stabilizzazione della parte organica, e non era stata creata una rete integrata ed adeguata di impianti di gestione dei rifiuti, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili", evidenziando quindi "un deficit di capacità di trattamento meccanico-biologico".

La Corte ribadisce perciò che "gli Stati membri devono prendere le misure necessarie affinché solo i rifiuti già trattati vengano collocati a discarica". E sottolinea che "la nozione di 'trattamento' comprende i processi fisici, termici, chimici o biologici (inclusa la cernita), che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa, di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero". La mera triturazione o compressione dei rifiuti indifferenziati, senza un'adeguata selezione e una qualche forma di stabilizzazione delle diverse frazioni, non risponde agli obiettivi della direttiva.

 

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