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Bei pronta fare sua parte per rilancio investimenti

Hoyer, idee cominciano a convergere. Fondo 700 mld? Cifra fa sudare

Redazione ANSA LUSSEMBURGO

LUSSEMBURGO - La Bei sta scaldando i motori per aiutare l'Europa a ripartire con gli investimenti per la crescita, ed è pronta a "giocare un ruolo importante". Incaricata dall'Ecofin di preparare un'analisi della situazione, in modo che i 28 possano prendere una decisione entro dicembre, i suoi esperti sono al lavoro dopo l'incontro "molto interessante" dell'Ecofin a Milano. Questo, infatti, ha visto arrivare sul tavolo Ue diverse proposte, non solo quella italiana, ma anche di Polonia, Francia e Germania. "Per la prima volta ho avuto la sensazione che le idee stanno andando più o meno nella stessa direzione", ha assicurato il presidente della Bei Werner Hoyer, "e noi possiamo davvero giocare un ruolo importante".

 

La differenza rispetto al passato, infatti, è che "ora c'è una consapevolezza dell'urgenza". La proposta di Varsavia per un fondo ad hoc gestito dalla Bei sulla falsariga del fondo salvastati è una "proposta interessante", anche se la cifra ventilata, 700 miliardi di euro, "mi fa sudare", ha subito messo in chiaro Hoyer. Perché se ora la volontà di agire concretamente sembra finalmente esserci da parte dei 28, grazie anche al futuro presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che ha promesso 300 mld d'investimenti nei prossimi tre anni, restano però ancora molti paletti e altrettanti dubbi sul come. La Bei non intende toccare il suo rating: "la tripla A non è un feticcio per noi, ma è importante per il processo di raccolta fondi" sui mercati, ha messo in chiaro Hoyer, avvertendo che "non faremo certamente nulla che possa mettere in pericolo la nostra posizione molto forte sui mercati finanziari".

 

Una ricapitalizzazione della Bei? Al momento è solo "una delle possibilità" perché pare "molto difficile" dopo la "lunga battaglia" appena combattuta con gli stati membri per aumentarne il capitale di 10 miliardi che ha però consentito un aumento dei prestiti da 60 mld l'anno. L'imperativo per Hoyer è "migliorare la capacità di coprire i rischi" in modo da attirare più investimenti privati, mentre "la cartolarizzazione può aiutare" a migliorare le condizioni finanziarie in Europa, sebbene qui il ruolo della Bei sia "minimo". Un'altra possibilità è fare un uso diverso dei fondi Ue, già limitati a causa di un bilancio 2014-2020 d'austerità. 

 

Questi per la Bei devono essere usati "non più come sussidi ma come garanzie per prestiti con un effetto leva di 10 volte" il loro valore. Il messaggio è chiaro, anche per non scontentare il fronte rigorista del Nord: serve "una grande creatività per ridurre gli ostacoli e trovare nuove fonti di finanziamento" e "solo alla fine del processo i soldi aggiuntivi".

 

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