Nasce così il progetto, spiega ancora Pallini, realizzato con "altre 15 aziende nell'ottica dei piani integrati di filiera per dare valore aggiunto ai nostri prodotti, non vendere più solo latte e vegetali, ma prodotti finiti e trasformati". I piani di sviluppo rurale hanno coperto "circa il 50% degli investimenti fatti a fondo perduto", un apporto, racconta ancora il giovane imprenditore agricolo, "cruciali perché con la redditività attuale in agricoltura non si riuscirebbe a ripagare gli investimenti".
E questi investimenti hanno fruttato, il caseificio Inno al Sole lavora il latte aziendale prodotto a 500 metri dalle circa 400 bufale messe in produzione e alimentate quasi totalmente grazie al foraggio prodotto dai 300 ettari di seminativo che conta l'azienda. "La nostra filosofia di allevamento - chiarisce l'imprenditore - è basata sul concetto di benessere animale e di economia circolare". Il frutto del latte sono le mozzarella di bufala, "il cuore pulsante del caseificio e la regina delle vendite", ama chiamarle Pallini, ma anche burrata di bufala, yogurt, scamorza e caciocavallo, "prodotti abbastanza conosciuti nella tradizione dei formaggi di bufala".
Ma non solo: "per differenziarci e per permetterci anche di aggredire mercati esteri grazie ad una maggiore durata della conservazione", Inno al Sole si è inventata anche formaggi stagionati o semi stagionati ispirati a ricette di altri latti.
Tra questo il camembert di bufala, "un formaggio a crosta fiorita di ispirazione francese e piemontese e un formaggio più grande a crosta lavata ispirato al taleggio". Dalla Maremma con creatività.
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