La sentenza, pubblicata oggi a Lussemburgo, precisa che dei 6,8 milioni esclusi dal finanziamento Ue, poco più di cinque milioni sono la conseguenza di "importanti carenze dal punto di vista dei controlli di cui erano incaricati l'Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) o altri organismi, in particolare in alcune Regioni (Lazio e Abruzzo)".
I restanti 1,8 milioni sono esclusi perché "l'Italia aveva calcolato erroneamente" i contributi previsti per alcune attività agricole, come l'allevamento bovino e ovino o la coltura di piante oleifere.
I giudici europei quindi hanno riconosciuto la fondatezza giuridica della decisione dell'Esecutivo Ue del 4 aprile 2014. L'Italia ha due mesi di tempo per impugnare la decisione del Tribunale Ue dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea.
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