di Redazione ANSA

Lo sviluppo sostenibile e la politica di coesione

Fra i gruppi politici europei, quello socialista sta diventando il principale promotore dell’uso degli Sdg come bussola per le politiche europee del futuro, a partire da quella di coesione. L’occasione per farlo sono i negoziati in corso in questi mesi per definire il prossimo bilancio pluriennale dell’Unione, che coprirà il settennato 2021-2027. Il quadro finanziario attuale, 2014-2020, era stato guidato dalla strategia ‘Europa 2020’, che ne aveva orientato le voci di spesa garantendo un quadro coerente. In assenza di un documento simile che guarda al 2030, tale ruolo potrebbe essere ricoperto proprio dagli obiettivi Onu e da quelli dell’accordo di Parigi sul clima, evitando così l’inutile proliferazione di nuove strategie a livello mondiale.

All’interno del suo documento di riflessione ‘Verso un’Europa sostenibile entro il 2030’, la Commissione Ue ha proposto tre alternative, la più ambiziosa delle quali prevede che gli Sdg guidino ogni azione dell’Unione e dei suoi Stati nel prossimo decennio, definendo una serie di target concreti e misurabili. Una proposta che ha trovato l’appoggio anche del Parlamento europeo, che nel marzo scorso ha approvato una risoluzione in questo senso. Toccherà ora ai Paesi dell'Ue decidere se raccogliere o meno l’appello per un futuro più sostenibile.