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Banche: ottimismo Nobel Deaton chiude i '150 anni di Bper'

Banche: ottimismo Nobel Deaton chiude i '150 anni di Bper'

Dalle diseguaglianze alla felicità, la lezione a Modena

13 giugno 2017, 10:10

Redazione ANSA

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MODENA - È cominciata con una ricerca tra le fotografie del passato, che ha dato vita ad un libro ('150 anni di valori. Storia illustrata di Bper Banca', curato da Paolo Battaglia), si è conclusa con l'analisi sulle dinamiche del futuro firmate dallo scozzese premio Nobel 2015 per l'Economia Angus Deaton. In un Forum Monzani da tutto esaurito, Bper Banca ha chiuso a Modena la tre giorni di eventi creati per celebrare e festeggiare i 150 anni dell'istituto.
Poche ore dopo la presentazione del francobollo con cui anche lo Stato ha messo il timbro sul 'compleanno' della banca, l'ospite più atteso ha tenuto una lezione magistrale misurando grado di felicità e diseguaglianze economiche nei e tra i vari Paesi del mondo, prima del dialogo con il giornalista Beppe Severgnini. Introdotto dal professor Giovanni Vecchi, dell'Università di Roma Tor Vergata ("questa sera viviamo il privilegio di poter ascoltare una lezione attuale dagli anni '80 almeno"), il 71enne sir Angus Deaton ha ripercorso gli studi che lo hanno portato al Nobel, regalando alla platea due concetti chiave, riprendendo anche il suo ultimo libro 'La grande fuga': l'ottimismo sostanziale per le sorti economiche del pianeta, con ovviamente tutti i distinguo e le riflessioni del caso, e la consapevolezza che, seppur aiutando, il denaro non è l'unica e la principale fonte di felicità per l'essere umano. "Pochi decenni fa - le parole di Deaton - al mondo c'erano 2 miliardi di poveri. Oggi siamo scesi a 750 milioni. Attenzione, è sicuramente ancora uno scandalo, questa situazione, ma anche la testimonianza che le cose stanno migliorando. I passi avanti fatti da Cina e India - spiega il premio Nobel - hanno portato ad una diminuzione sia nel numero generale dei poveri che in quello delle diseguaglianze. Il mondo di oggi ci rappresenta, poi, dati ben differenti per quel che riguarda il tasso di mortalità infantile. Il raffronto tra questo tasso del 1960 e quello odierno mostra, anche qui, una situazione ben differente. Idem per le donne: mentre in tanti Paesi era diffuso il modello di una donna con sei o più figli, oggi in pochissimi Paesi si trovano mamme con sei figli. Segno che la vita delle donne sta nettamente migliorando un po' in tutto il pianeta".
Ma il tratto probabilmente più affascinante dei lunghi studi condotti da Deaton è quello che analizza la felicità delle persone raffrontandola con il tenore di vita: "A Modena direi che siamo su un sette, da una scala che va da zero a dieci - scherza il Nobel dal palco -. In questa sala direi che si potrebbe arrivare a un 'sette più'. Lo sapevate che il Pakistan e il Ruanda in termini di felicità potrebbero portare 'aiuti umanitari' all'Italia? Sì, perché lì la felicità dei cittadini è più elevata che qui". Riprendendo le teorie di Amartya Sen, Deaton ha quindi sostenuto come non sia il benessere l'unica fonte del vivere bene sul pianeta, riprendendo, infine, nel dialogo con il giornalista Beppe Severgnini la sua analisi critica sulle condizioni di vita negli Stati Uniti, come già aveva fatto nel pomeriggio incontrando i giornalisti sempre al Forum Monzani: "Il mondo del lavoro negli Stati Uniti - rileva il Nobel per l'Economia del 2015 - non ha visto grandi cambiamenti negli ultimi quarant'anni. Anzi, la qualità del lavoro e anche quello delle donne è peggiorata. Aumentano i consumi di alcol, droghe e farmaci. È proprio negli Usa che ho incontrato le diseguaglianze più marcate".
Gli eventi dedicati ai 150 anni di Bper Banca si sono chiusi con gli interventi di Alessandro Vandelli e Luigi Odorici, ad e presidente dell'istituto: "La storia di un'azienda e di una banca sono - dice Vandelli - molto simili alla storia di una persona. Nasce perché c'è qualcuno che decide di farla nascere, si sviluppa, cresce e si trasforma progressivamente. Però c'è qualcosa di diverso, perché la storia di una banca può continuare più al lungo. Perché questo avvenga è importante avere dei valori che guidino le azioni dei dipendenti di una banca e la banca stessa. Cercare di contribuire al benessere delle persone che vivono nei territori che noi serviamo è il messaggio per il nostro futuro". Questo il saluto di Odorici: "Felici di aver festeggiato i nostri primi 150 anni. Domani è il primo giorno dei prossimi 150 anni, che iniziamo con la fiducia e l'ottimismo dei valori che già ci hanno guidato fino a qui".

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