(ANSA) - PIACENZA, 28 AGO - Il 22 febbraio 1997 fu scoperto
il furto del 'Ritratto di signora' di Gustav Klimt dalla
Galleria Ricci Oddi di Piacenza. Il dipinto era stato portato
via in uno dei tre giorni precedenti, ma la scoperta fu tardiva
a causa di un trasloco di questa e altre opere nella vicina
piazza Cavalli per una mostra su Klimt a Palazzo Gotico. Un
furto con molte zone d'ombra: non fu mai chiaro se il capolavoro
venne fatto uscire dal tetto (la cornice fu trovata vicino al
lucernario) o se i ladri passarono dall'ingresso principale. Da
allora tante piste investigative sono state seguite dai
carabinieri, alcune delle quali avevano portato anche all'estero
sulle tracce di trafficanti d'arte.
Del furto e della 'latitanza' dell'opera - a tutt'oggi tra le
più ricercate dalle forze dell'ordine - si occupa ora un libro,
'Il mistero del doppio ritratto di Klimt', del giornalista
piacentino Ermanno Mariani (Edizioni Pontegobbo, 130 pagine, 10
euro), che come cronista di nera ha seguito in prima persona la
vicenda fin dai giorni in cui il dipinto del maestro della
Secessione viennese venne trafugato.
'Doppio ritratto' perché il quadro aveva assunto un valore
storico straordinario nel '96, poco prima del furto, quando una
studentessa pavese, Claudia Maga, scoprì sotto al dipinto un
altro Ritratto di signora, ma con cappello, realizzato da Klimt
nel 1910, esposto a Dresda nel 1912, pubblicato nel 1927 e da
allora dato per disperso. Mariani riannoda i fili della storia
cedendo il posto al romanziere, in un volume dove si annullano i
confini tra realtà e libera invenzione e dove emerge una 'corte
dei miracoli' composta da collezionisti, ladri, fattucchiere,
falsari, pataccari, satanisti e riti esoterici.
Pochi anni fa, infatti, l'inchiesta era stata riaperta dopo
il ritrovamento di tracce del Dna di uno dei ladri sulla cornice
ed era spuntata, sulla base di una testimonianza, proprio una
misteriosa pista esoterica: il quadro, rubato su commissione,
sarebbe finito nelle mani di una setta satanica di Piacenza che
lo avrebbe utilizzato per un rito propiziatorio in un cimitero,
poi lo avrebbe chiuso nella bara di una bambina. Durante le
prime indagini, invece, vennero indagati i custodi della
Galleria, ma la loro posizione fu ben presto archiviata dal gip
per mancanza di prove. Tante piste investigative, ma la
'Signora' rimane ancora oggi un caso irrisolto. (ANSA).