(ANSA) - BOLOGNA, 26 LUG - In calo, seppur ridotto, il numero
delle imprese registrate e delle imprese attive. E' questa, in
sintesi la dinamica che emerge dalla lettura dei dati ufficiali
sulla natalità e mortalità delle imprese nel secondo trimestre
2018, diffusi da Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i
dati del registro delle imprese delle Camere di commercio.
Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate
455.850 a fine giugno, quindi 1.638 (-0,6%) in meno rispetto
allo stesso mese dell'anno precedente. È un dato nell'ordine di
grandezza che ha caratterizzato il secondo trimestre dal 2013 al
2016, ancora ampiamente superiore ai saldi prevalenti nel
periodo precedente la crisi.
Nel trimestre considerato, le iscrizioni (6.506) sono
lievemente aumentate, ma restando vicine al minimo degli ultimi
20 anni, segnato nel 2017, mentre le cessazioni (4.912) sono
diminuite avvicinando nuovamente i minimi dello stesso trimestre
del 2014. Al contrario, in Italia, la base imprenditoriale si è
ampliata lievemente (+0,1%).
Le imprese attive rendono la misura dell'effettiva capacità
della base imprenditoriale. A fine giugno in Emilia-Romagna
erano 404.404, 1.730 in meno (-0,4%) rispetto allo stesso
trimestre del 2017. Si è quindi dimezzata l'ampiezza della
flessione tendenziale, che è la più piccola degli ultimi sette
anni. A livello nazionale le imprese attive sono risultate in
lievissimo aumento (+0,1%).
A livello di macro settori, la base imprenditoriale regionale
dell'agricoltura, delle costruzioni e dell'industria continuano
a restringersi, mentre quella dell'aggregato dei servizi resta
sostanzialmente invariata. La riduzione delle imprese attive è
stata più rilevante nell'insieme del commercio (-1.054 unità,
-1,1%), nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (-973 unità,
-1,7%) e nelle costruzioni (-628 unità, -0,9%). Segno rosso
anche per l'industria manifatturiera, che riduce però la perdita
a 275 unità, -0,6%). Più dinamici attività professionali,
servizi alle imprese e turismo.
Segnali positivi vengono infatti solo dagli altri settori dei
servizi, in primo luogo dall'aggregato del noleggio, delle
agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+417
unità, +3,5 per cento), quindi dalle attività professionali,
scientifiche e tecniche (+311 unità, +2,0 per cento) e dai
servizi di informazione e comunicazione (+194 unità, +2,2 per
cento). Spicca la rapidità della crescita delle attive nella
sanità e assistenza sociale (+5,2 per cento) e dell'istruzione
(+3,5 per cento), ambiti nei quali lo stato del settore pubblico
ha lasciato ampi spazi all'imprenditoria privata. (ANSA).