(ANSA) - BOLOGNA, 23 MAG - Nella chirurgia della spalla e
del gomito si lavora in modo multidisciplinare ma c'è spazio per
migliorare, puntando magari a raggiungere gli standard dei Paesi
del Nord Europa: lo spiega il dottor Maurizio Fontana, direttore
dell'Unità operativa di ortopedia e traumatologia dell'ospedale
di Faenza (Ravenna) e presidente del 14/o Congresso nazionale
della Società italiana di chirurgia della spalla e del gomito
(Sicseg), in programma a Bologna dal 24 al 26 maggio. Si parlerà
tra l'altro di traumatologia, gestione di patologie
degenerative, instabilità e rigidità articolari, ritorno allo
sport, insuccessi, chirurgia di salvataggio. Un ulteriore
arricchimento del programma scientifico verrà dal contributo di
fisioterapisti ed infermieri di sala operatoria, ai quali
saranno dedicate alcune sessioni.
"Apparentemente nella chirurgia la multidisciplinarietà è un
dato di fatto, visto che la collaborazione di diverse figure
professionali è da sempre messa in atto in sala operatoria -
dice Fontana - ma dopo l'intervento è tutt'altro che scontata e
comunque richiede di essere perfezionata e potenziata. Un
aspetto in cui è fondamentale è il controllo del dolore: al
congresso abbiamo previsto una sessione infermieristica che si
occuperà della cateterizzazione per l'analgesia degli arti
superiori, tecniche essenziali affinché il fisioterapista possa
ottenere un risultato adeguato. A livello sanitario nazionale
stiamo andando verso una restrizione dei Lea, i Livelli
essenziali di assistenza, verso una sorta di privatizzazione del
sistema sanitario, e questo va a discapito di certi passaggi,
come quelli legati alla rieducazione post-operatoria".
Un'enorme quantità di patologie che una volta non venivano
operate oggi possono essere affrontate con successo dal chirurgo
ortopedico, "ma è molto importante che il gesto chirurgico sia
riproducibile - osserva Fontana - E' essenziale migliorare
l'expertise dei giovani, la capacità di tradurre in gesti
chirurgici ciò che si conosce a livello teorico e di completare
la curva di apprendimento necessaria per poter operare con
efficacia e sicurezza. Per fortuna c'è stata un'apertura del
ministero della Sanità, che ha stabilito nuove convenzioni tra
le università cui fanno capo gli specializzandi e gli ospedali,
in base alle loro affinità professionali".
Al congresso Sicseg si parlerà anche dell'espansione della
protesica, "specie delle protesi inverse di spalla, intervento
alla portata di un gran numero di chirurghi ortopedici. Anche
per questi distretti sta avvenendo quello che 15 anni fa è
accaduto per le protesi di ginocchio e prima ancora per le
protesi d'anca". (ANSA).