(ANSA) - BOLOGNA, 14 SET - Nei primi sei mesi del 2017
l'Emilia-Romagna ha esportato verso gli Stati Uniti per 2,9
miliardi di euro, il 5,1% in più rispetto al primo semestre
2016. Gli Stati Uniti rappresentano il terzo mercato di sbocco
per le produzioni emiliano-romagnole, trainate da meccanica,
mezzi di trasporto, ceramica, alimentare, moda; Modena, Bologna
e Reggio Emilia sono le prime tre province della graduatoria
delle esportazioni. Sono alcuni dati dell'export regionale verso
gli Stati Uniti analizzati nel workshop 'Esportare negli Usa e
collaborare con le imprese americane nell'era di Trump',
organizzato da Regione e Unioncamere Emilia-Romagna.
Flessibilità, costi ridotti di manodopera media ed energia,
trasporti e dogana, ottima logistica, forte stimolo agli
insediamenti industriali negli Usa per la creazione o
mantenimento di posti di lavoro e investimenti in immobili,
macchinari e ristrutturazioni sulla base di incentivi pari al
10-20% (attraverso crediti d'imposta, contributi a fondo
perduto, prestiti diretti a tasso basso, garanzie governative su
prestiti privati, titoli obbligazionari e altre modalità): sono
opportunità che rendono gli Usa un Paese dove oggi è possibile
investire o attuare una strategia di penetrazione commerciale.
Ci sono notevoli spazi in prospettiva, come sottolinea
Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia
Romagna: "nel primo semestre 2017 l'Emilia-Romagna ha esportato
quasi 3 miliardi di euro verso gli Stati Uniti, terzo mercato di
sbocco, quindi un 5,1% in più rispetto allo stesso periodo del
2016. Ci sono molte opportunità e siamo in grado di indicare i
prodotti driver con maggiori opportunità sul mercato americano
dove sono poco meno di 5000 le imprese che esportano, di cui una
metà non sono esportatrici abituali: quindi c'è un grande lavoro
perché lo possano divenire, un percorso da parte di istituzioni
pubbliche e associazioni di categoria per sostenere le piccole
imprese a consolidarsi e le medie imprese a ragionare in termini
di stabilizzazione quindi di investimenti per aprire filiali".
D'altra parte anche grandi aziende e multinazionali Usa
stanno investendo nel sistema regionale, come ha ricordato Palma
Costi, assessore alle Attività produttive dell'Emilia-Romagna.
"Abbiamo un rapporto importante con gli Stati Uniti - dice - per
il peso del nostro export e per il fatto che l'E-R è una regione
con forte presenza di capitale americano. C'è crescente
richiesta di insediamenti di imprese che riconoscono qui alcuni
elementi: la capacità del sistema produttivo di piccole e medie
imprese di saper lavorare e innovare, il tema dei lavoratori e
quindi delle persone e la capacità del sistema emiliano
romagnolo di favorire questi investimenti. Il rapporto con il
mercato americano rimane fondamentale sia tra imprese che
istituzioni".
Per Charles Bernardini, partner della Law Firm Nixon &
Peabody, "la strategia giusta per un'azienda italiana può essere
di creare una filiale negli Usa come canale privilegiato che
permette di superare diversi ostacoli. I clienti americani
preferiscono comprare da un'azienda 'americana', è il fenomeno
del cosiddetto Buy America". (ANSA).