(ANSA) - MODENA, 28 APR - Il più gettonato è il Parmigiano
Reggiano il cui nome viene utilizzato in versioni fantasiose
come il "Parmesan Dolce", prodotto in Russia, o con rafforzativi
per rimarcarne l'origine (falsa), come il "Parmesan perfecto
italiano" prodotto in Australia, ma non mancano altri formaggi
dai nomi più o meno improbabili, come il "Queso Provolone",
prodotto in Argentina, e "Unagrande Ricotta", prodotto in
Russia. Sono alcuni dei prodotti esposti oggi alla rassegna di
prodotti lattiero caseari di imitazione del made in Italy
allestita da Coldiretti Emilia-Romagna nella sala Panini della
Camera di Commercio Modena nell'ambito dell'incontro "Alimenti e
salute - è anche una questione di etichetta. L'etichettatura del
latte e dei prodotti a base di latte", promosso dalla Regione
Emilia Romagna con il patrocinio della Camera di Commercio di
Modena e in collaborazione con Coldiretti regionale.
Per la qualità e la fama dei suoi prodotti, l'enogastronomia
dell'Emilia Romagna - afferma Coldiretti regionale - è terra di
saccheggio per i pirati del cibo. Ad essere taroccati sono in
particolare i prodotti lattiero caseari che nella regione
vantano il prodotto agroalimentare più imitato al mondo, il
Parmigiano Reggiano, le cui imitazioni a livello mondiale
valgono circa 4 miliardi di euro, più del doppio delle
esportazioni del prodotto originale. Oltre alle imitazioni a
livello mondiale, la concorrenza sleale per gli allevatori
italiani sul suolo nazionale ed europeo - ricorda Coldiretti
regionale - fino ad una settimana fa era costituita dalla
mancanza di trasparenza sull'origine del latte. Dal 19 aprile,
invece, per battere le imitazioni e l'anonimato dell'origine, le
3.900 stalle che producono latte in Emilia-Romagna e le 36.000
stalle a livello nazionale - come ha ricordato il responsabile
della sicurezza alimentare di Coldiretti regionale, Dennis
Calanca - possono contare sul decreto "Indicazione dell'origine
in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti
lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n.
1169/2011", che prevede appunto l'indicazione obbligatoria
dell'origine del latte di tutti i prodotti lattiero-caseari.
Con l'entrata in vigore del decreto - rileva Coldiretti
Emilia-Romagna - si dice finalmente basta all'inganno del falso
latte Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga
conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri,
cosi come la metà delle mozzarelle vengono fatte con latte o
addirittura cagliate provenienti dall'estero, senza che questo,
prima del decreto latte, fosse portato a conoscenza del
consumatore, che invece oggi può scegliere con più
consapevolezza cosa acquistare. Le 450 mila mucche e le 60 mila
pecore presenti in Emilia Romagna possono finalmente mettere la
firma sulla propria produzione di latte, formaggi, burro e
yogurt che - sottolinea Coldiretti - è garantita da livelli di
sicurezza e qualità superiore grazie ad un capillare sistema di
controlli realizzato dalla rete di veterinari delle Aziende
sanitarie locali, che non ha pari in Europa.
L'introduzione dell'etichettatura obbligatoria - commenta
Coldiretti regionale - costituisce un importante segnale di
cambiamento anche a livello comunitario dove occorre proseguire
nella battaglia per la trasparenza. Infatti oltre al latte e ai
derivati, l'etichettatura è obbligatoria per le carni avicole,
bovine, suine, l'ortofrutta fresca, le uova, il miele, la
passata di pomodoro, il pesce, l'olio extravergine d'oliva. È
stato avviato il procedimento per rendere obbligatoria
l'indicazione dell'origine del grano per la pasta e il ministro
delle Politiche Agricole, Maurizio Marina, ha annunciato durante
la manifestazione di Coldiretti a Roma l'etichetta per il riso.
Resta anonima l'origine di salumi, carne di coniglio, carni
trasformate, frutta e verdura trasformata, derivati del pomodoro
diversi dalla passata, sughi pronti, pane. (ANSA).