(ANSA) - BOLOGNA, 14 MAR - Capire i principali fattori che
fanno dell'Emilia-Romagna un territorio in grado di attrarre gli
investimenti delle imprese straniere. Comprendere quali benefici
apportano le multinazionali che si insediano in regione alla
competitività dell'intero sistema. Sono stati questi i temi
dell'incontro 'Investimenti Diretti Esteri: Emilia Romagna best
practice italiana?', quarto appuntamento di 'Growing Seeds
Forum', ciclo di seminari organizzato da Nomisma con il supporto
del gruppo Philip Morris, con l'obiettivo di scambiare idee e
riflessioni per lo sviluppo del sistema economico
dell'Emilia-Romagna.
"Gli investimenti di Lamborghini, Berluti, Danfoss, Philip
Morris - ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna- e
di altre imprese leader che oggi operano in Emilia-Romagna ne
sono gli esiti e confermano quanto sia strategico concepire la
politica industriale come un insieme di strumenti in grado di
rafforzare le capacità di sistema. I 25 milioni con cui diamo
prima attuazione alla legge regionale per l'attrattività
rispondono a questa logica".
Alla base dello scambio di idee, la presentazione dei
risultati della ricerca realizzata da Nomisma 'L'Emilia Romagna
e l'internazionalizzazione produttiva che ha analizzato
l'evoluzione dei flussi di investimenti diretti esteri nel
sistema economico regionale, identificandone i fattori di
attrazione, gli ostacoli nonché i benefici per l'intero tessuto
produttivo attraverso una indagine campionaria realizzata su
oltre 100 imprese 'top' regionali.
L'Emilia-Romagna figura tra le prime 10 regioni del Sud
Europa in termini di attrattività economica, grazie soprattutto
ad alcuni fattori che sono emersi chiaramente dall'indagine di
Nomisma: "La qualità della vita, il know how tecnologico ed
anche la disponibilità di forza lavoro qualificata figurano tra
i fattori di attrazione presenti in regione ritenuti più
importanti dalle imprese - ha detto Andrea Goldstein, Managing
Director di Nomisma - Nello stesso tempo, burocrazia e pressione
fiscale vengono ritenuti come i principali ostacoli agli IDE in
regione"
Secondo Eugenio Sidoli, presidente e ad di Philip Morris
Italia, "Quella emiliano-romagnola rappresenta una delle più
competitive realtà territoriali del nostro Paese, grazie a un
sistema virtuoso di relazioni che coinvolge imprese,
associazioni imprenditoriali e parti sociali, istituti di
formazione, amministrazioni pubbliche e società civile. Il
successo di questa terra nasce da fattori come la passione,
l'etica del lavoro, la collaborazione e la capacità di
innovare".