(ANSA) - BOLOGNA, 8 FEB - E' in Emilia-Romagna e in
particolare a Bologna il 70% delle risorse di calcolo nazionale.
Un vera e propria 'Community' dei big data che raccoglie, lungo
la via Emilia, 1791 ricercatori, 230 ricercatori stranieri, 60
incontri di alta formazione. Ora, dopo aver fatto una
ricognizione di questo tesoro, su impulso della Regione
Emilia-Romagna l'obiettivo è quello di favorirne 'lo
sfruttamento' anche da parte dell'impresa facendo di Bologna e
della regione un grande hub europeo della ricerca, perno
essenziale di quella rete europea della ricerca, asse essenziale
di rilancio dell'Unione.
"Ringrazio la grande determinazione e competenza che
l'assessore Patrizio Bianchi insieme a Palma Costi ci sta
mettendo con tutte le Università e i centri di ricerca - ha
detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini - le cose
che abbiamo provato a illustrare danno l'idea di uno sforzo che
vuole non disperdere le tante professionalità, competenze ed
energie che ci sono che però se rimangono da sole rischiano di
essere forze isolate, messe insieme possono sprigionare una
grande opportunità".
A Bologna, si trovano supercomputer di eccellenza, come
quelli del Cineca o dell'Istituto nazionale di fisica nucleare.
Pezzi di una rete composta da Università (Bologna, Ferrara e
Modena-Reggio), Cnr, Enea, Ingv, Ior. Quello del supercalcolo e
dei big data - ha ricordato l'assessore Costi - di cui è stata è
uno dei tre grandi settori (gli altri sono materiali avanzati e
sistei di produzione innovativi; e genomica, medicina
rigenerativa e biobanche) per le quali la regione ha allocato
risorse per 7 milioni. (ANSA).