(ANSA) - BOLOGNA, 3 GIU - Se sei ancora sposato non ti sei
allenato abbastanza. E' con questo comandamento ben impresso che
bisogna iniziare a leggere il nuovo libro di Cleto La Triplice
sullo sport più faticoso al mondo, il triathlon; o meglio sugli
uomini e le donne che praticano questo sport fatto di nuoto,
bici e corsa: i triatleti, persone cioè che per definizione non
hanno ben compreso che praticare un solo sport, e non tre alla
volta, 'è duro abbastanza'. Con il simpatico volumetto 'Uno
scemo con la medaglia al collo' (edizioni Del Faro), l'autore
Cleto La Triplice - pseudonimo di un professionista bolognese -
torna sul suo grande amore, dopo il libro 'Il mio ex faceva
l'ironman', ritratto della solitudine dell'atleta, abbandonato
da moglie e amici ormai esausti per manie e continui impegni
sportivi.
Ad aprire questo secondo libro è la prefazione di Federico
Girasole, pluri campione italiano della specialità su distanza
lunga ed ex atleta della nazionale italiana, che ammette di aver
avuto in Cleto un esempio e un riferimento - ma forse questa è
l'unica parte non veritiera del libro. Queste pagine sono "un
ulteriore sforzo che vuole eliminare ogni dubbio", spiega La
Triplice, "siamo davvero malati. Abbiamo davvero passato il
segno. Felici di essere drogati di triathlon! Ma sapendo riderci
sopra".
Ed è quello che La Triplice fa per tutte le quasi novanta
pagine, che questa volta non si concentrano sulle compagne o i
compagni dei triatleti. Al centro di un racconto leggero, questa
volta, ci sono tutti i pezzi di questa ossessione: dalla visita
medico sportiva al parcheggio in albergo, dai bisogni
fisiologici prima della partenza all'uso dei social network, dal
look degli atleti ai ristori, dal meccanico delle bici agli
allenamenti in piscina. Dettagli curiosi che La Triplice
affronta con ironia, ma sempre con grande rispetto.
Il triatleta, ad esempio, prima di partire per un''avventura'
che può durare anche diverse ore (ed è l'esempio dell'ironman,
la gara più dura della specialità: 3,8 km a nuoto, 180 in bici,
e 42 di corsa, il tutto in rapida successione) viene marchiato
sul polpaccio con la sua età (e c'è chi la modifica per evitare
brutte figure). Ma quando in gara si viene poi superati da
qualcuno col polpaccio da 78, 79 o 80 anni "immediatamente
pensi: 'è lo sport più bello che ci sia!'. Qui ci sono persone
fantastiche e meravigliose".
La Triplice fa anche un'ammissione. Per questo atleta che
sogna Kona (la più prestigiosa e inaccessibile gara, che si
svolge nelle Hawaii ed è aperta solo ai più forti) "Il triathlon
è donna! Solo una ragazza può fare bene tre cose nello stesso
momento. Nella stessa giornata. L'uomo riesce a fare solo una
cosa alla volta" e molto spesso rischia di esagerare.
CLETO LA TRIPLICE, 'UNO SCEMO CON LA MEDAGLIA AL COLLO'
(EDIZIONE DEL FARO, PAGINE 87, 12 EURO). (ANSA).