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Fotografia: Vasiliev e i tatuaggi dei detenuti carceri russe

Fotografia

Fotografia: Vasiliev e i tatuaggi dei detenuti carceri russe

Una 'storia della Russia' alla galleria Ono Arte di Bologna

BOLOGNA, 03 settembre 2020, 12:45

Redazione ANSA

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Una personale del fotografo Sergei Vasiliev, che dagli anni '70 ha documentato la scena delle carceri russe e nello specifico quella dei detenuti tatuati, sarà ospitata dal 10 settembre al 31 ottobre nella galleria Ono Arte contemporanea di Bologna, nella nuova sede di via Urbana.
    'Russian Criminal Tattoo' - 40 scatti vintage realizzati e stampati tra il 1987 e il 1989 - è a tutti gli effetti una storia della Russia dagli anni Settanta alla fine dell'era sovietica, raccontata sulla pelle dei suoi cittadini.
    I tattoo dei criminali sono simboli sbiaditi di una vita dedicata al sangue, alla violenza e come nella tradizione di quest'arte sono portatori di un codice ben definito ed accessibile a pochi. Lontano da essere una variegata collezione di disegni e scritte, ogni tatuaggio ha il suo significato e, per chi li sa codificare, possono essere letti come una sorta di curriculum vitae. Queste immagini, a volte inquietanti, altre tragiche o irridenti, sono state scattate da Vasiliev che eccezionalmente ottenne l'accesso ad oltre trenta delle prigioni più dure della Russia in un periodo di oltre 40 anni, che tocca il suo apice negli anni '80.
    Gli uomini nelle foto sono tutti membri di gang, rinchiusi per una varietà di crimini tra cui furto, racket e omicidio: un pugnale al collo significa che il soggetto ha ucciso e avrebbe ucciso di nuovo al giusto prezzo (il numero di gocce di sangue sulla lama indica il numero di omicidi che ha commesso), mentre una rosa sulla spalla significa che ha compiuto 18 anni in prigione. I bianchi e neri di Vasiliev raccontano per immagini un mondo nel quale l'isolamento delle persone, più che fisico, era spesso soprattutto mentale.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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