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'Scusa Benito' per clienti neri, denuncia ai carabinieri

rimini

'Scusa Benito' per clienti neri, denuncia ai carabinieri

Da famiglia di origine africana, episodio in pizzeria a Rimini

BOLOGNA, 20 agosto 2020, 11:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Un episodio surreale alle soglie del 2021, un cameriere che chiede 'Scusa Benito'" per avere clienti dalla pelle nera. Così una famiglia di origine africana, di Imola, denuncia pubblicamente su Facebook quanto accaduto domenica in una pizzeria di Rimini. Vicenda per la quale è stato presentato un esposto ai Carabinieri di Imola.

Secondo quanto denunciato dalla donna che ha presentato l'esposto, a tavola in un locale della riviera, la sua famiglia era riunita per festeggiare un compleanno con una pizza quando dopo aver ordinato, il cameriere si sarebbe girato rivolgendosi verso un quadro con un mezzo busto di Benito Mussolini alla parete. A quel punto avrebbe fatto il saluto romano e avrebbe chiesto "scusa Benito". Dapprima increduli, i presenti hanno poi realizzato quanto accaduto e tra un'altra donna e i camerieri sarebbe nata anche una discussione finita sui social.

Il fatto è stato denunciato ai Carabinieri di Imola, ma sulle indagini procederanno per competenza territoriale i colleghi di Rimini.

La titolare replica - "Bastardi, dovete chiudere, dovete fallire. Almeno una quindicina di telefonate di questo tenore da mezzanotte di ieri, forse dopo che il video è stato postato sui social non saprei. Ma tutto per una cassa di vino di Predappio, con la cartina geografica e la faccia di Mussolini". Nunzia è la titolare del ristorante dove domenica sera un cameriere, avrebbe tenuto comportamenti razzisti chiedendo 'scusa a Benito' per dover servire clienti dalla pelle nera. Dopo la denuncia su Facebook della famiglia è seguita quella ai carabinieri. "Non mi hanno ancora contattato - dice Nunzia - ma quando verranno gli dirò di prendere i video delle telecamere di sorveglianza così si capisce che non è stato detto nulla di male". Ma allora cosa è successo? "Secondo me - spiega ancora Nunzia - è stato tutto per la scatola di vino che è lì da anni. Sa, quelle scatole di cartone che hanno sopra la cartina di Predappio e la faccia di Mussolini. L'avevamo appoggiata davanti ad una finestra che non chiude bene. Insomma per tappare un buco, ma adesso l'abbiamo tolta. Secondo noi ce l'ha regalata un cliente, non so da quanto tempo era lì". Dal ristorante aperto da 12 anni, si dicono "apolitici e chi fa questo mestiere al pubblico non può essere razzista, figuriamoci abbiamo anche il menù in arabo noi. Mi dispiace perché ricordo quella famiglia, era molto bella, ben vestita e ho anche preparato la torta per la bambina. Non capisco, quando hanno finito di cenare mi sono sembrati contenti". "Ieri però ho dovuto chiudere il telefono in un cassetto - conclude Nunzia - almeno 15 telefonate di insulti brutti contro di noi. Ma la scatola di vino l'abbiamo tolta subito e sono sicura che il cameriere non ha detto nulla di razzista".

Vicesindaca Rimini, spero sia equivoco - "Spero nel profondo del cuore che tutto ciò che sta rimbalzando questa mattina sul web in ordine a un denunciato episodio di razzismo in un locale di Rimini, sia frutto solo di un gigantesco equivoco. Che, per dirla tutta, comunque sarebbe grave, a partire dalla verifica circa la presenza in un locale pubblico dell'effigie di Benito Mussolini, in sfregio alle leggi vigenti sull'apologia del fascismo". Così la vice sindaca di Rimini, Gloria Lisi. "Prima come cittadina di Rimini, e poi come pubblico amministratore, esigo immediate spiegazioni e riscontri fattuali perché se fosse accaduto quanto riferito", aggiunge, "sarebbe una cosa talmente vergognosa e disumana che il Comune di Rimini si affiancherebbe immediatamente e senza indugio alcuno alla denuncia della donna, pretendendo a nome di una comunità libera, democratica, anti razzista, medaglia d'oro al valor Civile, un risarcimento che in ogni caso mai sarebbe adeguato all'allucinante sequenza querelata. Mi auguro indagini celeri da parte delle forze dell'ordine, che portino a un chiarimento immediato circa la dinamica dell'episodio e le circostanze annesse (immagine del Duce in sala). Nel caso peggiore, il Comune di Rimini agirà con forza e con tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione a tutela delle persone e di una comunità che respinge razzismo, violenza, prevaricazione di ogni tipo".

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