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Bimbo morto in casa popolare, archiviati Merola e Acer

Nel fascicolo 8 indagati, 'nessun profilo di negligenza'

E' stato archiviato dal Gip il fascicolo con 8 indagati, tra cui il sindaco di Bologna Virginio Merola e gli ex vertici di Acer e Acer Promos, sulla morte di Ayuel Do Rosario, il bimbo di 9 anni che il 5 agosto 2016 perse la vita in una casa popolare, tagliandosi con il vetro di una porta-finestra, mentre era solo in casa con un altro bambino, suo nipote, rimasto chiuso fuori dal balcone.

Il pm Antonello Gustapane, in base alla perizia tecnica discussa in incidente probatorio, aveva chiesto per una seconda volta l'archiviazione, valutando che non ci fossero profili di negligenza. La decisione del Gip, commenta l'avvocato Guido Magnisi, difensore di Acer e Acer Promos, è "un provvedimento molto articolato, che non ravvisa elementi di responsabilità a carico di nessuno degli indagati. C'è quindi soddisfazione per Acer, ma è una soddisfazione giuridica che deve tener conto che in questa vicenda c'è una morte tragica per cui c'è grande dolore umano".

"È un provvedimento che, dopo ampio confronto con i tecnici e accertamenti davvero approfonditi, non lascia alcun dubbio sulla totale estraneità del sindaco rispetto alla vicenda, così come degli altri indagati", dice il professor Vittorio Manes, difensore del sindaco di Bologna. "Al cospetto di un dramma simile, sul quale ha inciso anche la fatalità, l'unico commento è il silenzio e il rispetto, profondo, del dolore", aggiunge il difensore.

"Abbiamo atteso con fiducia questa decisione, che conclude un procedimento complesso e articolato, all'esito del quale è stata fatta chiarezza su una vicenda tragica, dalla quale tuttavia, come abbiamo sempre sostenuto, non sono emerse responsabilità penali a carico di nessuno degli indagati", ha commentato l'avvocato Tommaso Guerini, difensore dell'artigiano che aveva fatto lavori, prima che la famiglia del
bambino entrasse nella casa.

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