Fa discutere a Ravenna un menù,
quello che mercoledì sera farà da contorno alla presentazione di
due libri sul Ventennio fascista nella città romagnola. Oggetto
del contendere, i nomi dei piatti: "prosciutto al pugnale,
cappelletti bastonati, tourneados alla squadrista, coppa
littoria, vino Nero di Predappio".
Dopo diversi mal di pancia e alcune dichiarate defezioni, a
intervenire è stato Alessandro Luparini, autore di uno dei due
libri ("Ravenna fascista. 1920-1925, la conquista del potere").
Ha spiegato di aver accolto l'invito "reputandolo un modo utile
per tornare a riflettere sulla storia del fascismo ravennate"
senza "il minimo intento apologetico, celebrativo e nostalgico".
Ha precisato di non avere avuto "parte nell'organizzazione
logistica dell'evento, tanto meno nella ideazione del menu 'a
tema', da cui, pur supponendone gli intenti meramente
goliardici, non posso che prendere le distanze per non generare
equivoci sulla serietà e l'assoluta correttezza scientifica del
mio lavoro".
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