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Trionfa a Bologna la Bohème di Puccini

Trionfa a Bologna la Bohème di Puccini

Ha diretto Michele Mariotti con la regia di Graham Vick

BOLOGNA, 20 gennaio 2018, 09:54

Redazione ANSA

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(ANSA) - BOLOGNA, 20 GEN - Entusiasma la nuova produzione di Bohème con cui il Comunale ha inaugurato la stagione con la bacchetta del direttore musicale Michele Mariotti, la regia di Graham Vick e un cast di giovani interpreti (media sotto i 40 anni), dunque su misura per il capolavoro di Puccini, immerso in un mondo di sogni e chimere che va a scontrarsi con la realtà della morte, tema amatissimo dal compositore lucchese. Mariotti, nel pieno della maturità, e Vick, maestro della regia, hanno condiviso l'idea: una prima parte di commedia, la vita spensierata di un gruppo di giovani dei nostri giorni (la loro soffitta denuncia un mobilio povero), di una quotidianità di scherzi e innamoramenti, feste, suoni e colori nel vivacissimo secondo quadro al Café Momus. Poi tutto cambia, la barriera d'Enfer del terzo quadro si trasforma in un triste posto di spaccio. Una forzatura, certo, ma specchio di quanto accade nella Piazza Verdi su cui guarda il teatro da troppi anni luogo di degrado e spina nel fianco delle amministrazioni comunali.
Il finale ritorna nella soffitta iniziale, ora svuotata di tutto, con il gruppo costretto, suo malgrado, ad uscire dal mondo dei sogni: Mimì muore tra le braccia dell'inconsapevole Rodolfo, con Musetta che le dà il rossetto e con accanto le sue scarpe rosse, ennesimo femminicidio dunque, uno dei tanti che prepotentemente entrano nella quotidianità del nostro vivere. Questa volta non c'è la mano di un ex fidanzato o di un marito geloso, ma il destino crudele di una qualche malattia. L'orchestra di Mariotti è prima smagliante, a tratti forse anche troppo forte (ma nelle prossime recite sicuramente saprà trovare il giusto bilanciamento), poi via via si arricchisce di rallentando e sottolineature con un suono però sempre fresco, pucciniano, attento alle belle voci di Mariangela Sicilia, una Mimì che non si è risparmiata e per questo premiata da lunghissimi applausi, di Francesco Demuro, un Rodolfo romantico ma non troppo, e poi l'eccellente Marcello di Nicola Alaimo (che grande attore!), la Musetta vezzosa di Hasmik Torosyan, il Colline tuonante di Evgeny Stavinsky. Bravissimi come gli altri comprimari, l'orchestra e i cori del Comunale.
Uno spettacolo, dunque, assai riuscito premiato al termine da una decina di minuti di applausi in una sala stipatissima. Un ottimo viatico per il neo sovrintendente Fulvio Macciardi che, grazie anche al raggiungimento del tanto sospirato pareggio di bilancio, può iniziare il suo mandato nel migliore dei modi. Si replica il 20, 21, 23, 24, 25, 27 e 28 gennaio.

 

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