Il cadavere della figlia, deceduta
da una settimana per le conseguenze dell'anoressia, l'aveva
messo in una valigia e gettato nel porto canale di Rimini. Poi
era tornata in Russia tentando di nascondere il suo lutto
segreto. Oggi, difesa dall'avvocato Mario Scarpa, Gulnara
Laktionova, la mamma di Katerina Laktionova, trovata morta in
una valigia nel porto canale di Rimini, ha patteggiato un anno e
due mesi di reclusione, con la sospensione della pena, per morte
conseguente a maltrattamenti e dispersione di cadavere.
La valigia con il corpo di Katerina era stata notata da un
passante, galleggiare nel porto, il 5 aprile. Al suo rientro in
Italia la donna era stata prelevata in aeroporto a Bologna dalla
polizia e aveva confessato di aver vegliato il cadavere della
ragazza per 5 giorni prima di metterla in una valigia con l'idea
di riportarla in Russia. Resasi conto dell'impossibilità del
piano, aveva gettato il cadavere in mare, in un gesto che la
donna non aveva saputo spiegare.
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