Concluso lo studio Brave Dreams
sul trattamento della Ccsvi (Insufficienza venosa cronica
cerebrospinale) nella Sclerosi multipla, compiuto in sei centri
italiani su 207 pazienti, l'intervento di angioplastica venosa
continua a dividere. "Non ha alcun effetto sulla disabilità
rispetto ad un intervento simulato", afferma l'azienda
ospedaliero-universitaria di Ferrara che ha promosso e diffuso
lo studio, ora pubblicato dalla rivista statunitense Jama
Neurology e presentato dal primo autore, il prof.Paolo Zamboni
dell'Università di Ferrara, al Veith Symposium di New York.
Secondo l'ospedale di Ferrara, inoltre, "non sono state
osservate differenze fra i due gruppi a confronto nell'accumulo
di nuove lesioni combinate visualizzate alla risonanza magnetica
a distanza di 12 mesi dal trattamento". Di diverso avviso la
Fondazione 'Il Bene' considerata vicina a Zamboni, che
sottolinea "l'altissima correlazione" tra Ccsvi e Sclerosi, e
soprattutto la "riduzione netta" di "nuove placche" a "sei mesi
dall'intervento".
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