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Pm, archiviare denuncia famiglia Verri

Pm, archiviare denuncia famiglia Verri

'Nessun elemento faceva presagire presenza Igor nel Mezzano'

BOLOGNA, 18 ottobre 2017, 17:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nessun elemento investigativo faceva presagire concretamente la presenza nelle zone del Mezzano del ricercato Igor Vaclavic alias Norbert Feher prima dell'8 aprile, giorno dell'omicidio di Valerio Verri. E' la conclusione della Procura di Ferrara che ha chiesto l'archiviazione del fascicolo aperto dopo la denuncia dei familiari della guardia volontaria, seconda vittima del killer latitante. Le forze dell'ordine, scrive il pm Ciro Alberto Savino, hanno avuto contezza della collocazione di Vaclavic in quella che in seguito divenne 'zona rossa', teatro di un'imponente caccia all'uomo, "solo dopo i fatti delittuosi del tragico 8 aprile".
    Per la Procura non era quindi possibile esigere, come invece sosteneva l'esposto presentato dall'avvocato Fabio Anselmo, l'astensione dal pattugliamento ordinario del territorio: Verri era impegnato in un servizio antibracconaggio col poliziotto provinciale Marco Ravaglia, ferito nell'agguato. Il fascicolo, senza reati, ora va al vaglio del Gip.

Dopo il primo aprile, quando fu ucciso a Budrio (Bologna) il barista Davide Fabbri, non ci furono segnalazioni o comunicazioni sulla presenza di 'Igor' nella zona in cui Verri si imbatté nel killer. Per la famiglia, invece, Verri fu 'mandato allo sbaraglio', disarmato. E la prova di questa tesi sta nel fatto che il giorno dopo i pattugliamenti furono sospesi. Ma per sostenerlo, osserva il Pm, occorre dimostrare la consapevolezza da parte delle attività di pubblica sicurezza della presenza del criminale nel territorio. Una consapevolezza che dagli atti non emerge. Significative, per le conclusioni della Procura ferrarese, sono le dichiarazioni dello stesso Ravaglia, che qualche giorno prima aveva condiviso su un gruppo whatsapp con colleghi una foto di Vaclavic, segnalandone la pericolosità come sospettato per l'omicidio di Budrio; l'agente ha spiegato di aver ricevuto le immagini da un amico, escludendo "nella maniera più assoluta che sia pervenuta comunicazione ufficiale o ufficiosa che Igor poteva trovarsi nella nostra zona" e di aver parlato di questa possibilità con il comandante e coi colleghi. "Non ho mai sospettato - ha aggiunto Ravaglia - che la persona intercettata sul Fiorino potesse essere Igor. Se avessi avuto il benché minimo sospetto che Igor si aggirasse in una zona da noi pattugliata o che fosse sul Fiorino, avrei immediatamente allertato i Carabinieri senza intervenire direttamente e avrei fatto lo stesso anche se avessi avuto a bordo un altro agente della Provinciale, armato". La Procura ferrarese ha poi chiesto di acquisire da prefettura, questura, comandi dei carabinieri, Comune e Provincia informazioni sulla presenza di Vaclavic nel Ferrarese ed eventuali dispacci, allerte, scambi di informazioni e segnalazioni di ricerca finalizzate al rintraccio di 'Igor' nel 2017: l'accertamento è stato negativo. "Nessun elemento investigativo o di rilievo per l'ordine e la sicurezza pubblica - si osserva - veniva comunicato in Questura o in sede di riunione tecnica interforze prima dell'8 aprile". Anche i Carabinieri ribadirono che in sede di riunione tecnica di coordinamento, il 7 aprile, "non sussistevano elementi per ritenere il latitante Igor gravitante in una zona predeterminata". E neppure la Provincia di Ferrara e il comando di polizia municipale ricevettero alcuna comunicazione.

Killer ricercato: 'Sospetti' su Vaclavic dal 2 aprile. La sicura identificazione è stata completata a fine maggio

Il 2 aprile 2017, il giorno dopo l'omicidio del barista di Budrio Davide Fabbri, il comando provinciale dei Carabinieri di Bologna comunicò a tutti gli organi investigativi dell'Arma dell'Emilia-Romagna il 'sospetto' che il responsabile fosse il ricercato Igor Vaclavic, pregiudicato su cui pendeva un ordine di cattura per rapine commesse nel Ferrarese, "sottolineandone la pericolosità e la disponibilità di armi da fuoco". La data in cui per la prima volta gli investigatori fecero formalmente il nome dello straniero tuttora latitante emerge dalla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Ferrara per la denuncia della famiglia di Valerio Verri, seconda vittima del killer, a Portomaggiore (Ferrara). L'iscrizione nel registro degli indagati fu successiva al delitto ferrarese, ma sospetti sullo straniero c'erano evidentemente già prima. Solo tra i due omicidi, si legge nell'atto del pm Ciro Alberto Savino, il 4 aprile, in Questura a Ferrara veniva annotato nella banca dati Sdi l'alias Norbert Feher: prima di allora nessun collegamento diretto era stato possibile per mancanza di impronte digitali legate a quel nome. La sicura identificazione dello straniero, continua il Pm in un passaggio successivo del provvedimento, può ritenersi raggiunta solo dopo le indicazioni fornite dal ferito Marco Ravaglia, dal riscontro balistico del Ris di Parma dell'11 aprile, da quello dattiloscopico del 24 aprile e infine da quello genetico di un mese dopo.

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