"Non a tutti è piaciuta o piace la
mia vita; a nessuno, però, era lecito portare in pubbliche
piazze valutazioni negative su di me, che hanno fatto male a me,
ma soprattutto alla comunità". E' un passaggio di un testo letto
da don Matteo Prodi, nipote dell'ex premier, che ieri ha
annunciato dopo la messa domenicale le sue dimissioni dopo 12
anni dalla parrocchia di Ponte Ronca, frazione di Zola Predosa,
nel Bolognese. Una rinuncia che, ha detto il sacerdote, oggi
porterà all'arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi.
"Il vescovo - ha spiegato don Prodi nella lettera - mi disse
già molti mesi fa che 10 anni erano abbastanza; la necessità di
creare unità pastorali ha dato pure il suo contributo; ma le
grandissime difficoltà che ho sperimentato, soprattutto l'ultimo
anno, hanno, sicuramente, accelerato il processo". Difficoltà
che non sono chiarite nel testo.
L'addio non è al sacerdozio: "Io non avrò una parrocchia
andrò ad officiare in zona Santa Rita di via Massarenti.
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