"Gli ho detto di andare subito dai
carabinieri. Può capitare che uno rubi un telefonino, ma non che
uno violenta una donna. Se hanno fatto una cosa del genere
devono pagare". Sono le parole al Resto del Carlino del padre
dei due fratelli marocchini di 15 e 17 anni residenti a
Vallefoglia, nel Pesarese, che ieri si sono presentati in
caserma per ammettere il loro coinvolgimento nel doppio stupro
di Miramare di Rimini. Grazie alle loro indicazioni è stato in
seguito fermato un nigeriano 16enne e poi nella notte è stato
rintracciato anche il capobanda, un congolese di 20 anni,
Guerlin Butungu.
Il padre, 51 anni, ha spiegato di aver riconosciuto i figli
dalle foto diffuse sui giornali e che ieri il figlio 17enne è
tornato a casa piangendo. "Mi ha detto che lui era con suo
fratello e altri due loro amici, un congolese e un nigeriano, a
Rimini. Hanno partecipato allo stupro di cui si parla da
giorni".
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