Il sequestro in Libia il 19 luglio 2015
di quattro tecnici della Bonatti, sfociato il 2 marzo 2016 nella
morte di Salvatore Failla e Fausto Piano, poteva essere evitato
se fossero state adottate idonee misure di sicurezza
dall'azienda. Lo pensa la procura di Roma che ha chiuso
l'inchiesta per sei indagati, della società parmense che
costruisce impianti oil&gas. Cooperazione colposa nel delitto
doloso il reato contestato dal pm Sergio Colaiocco. L'avviso di
chiusura indagine, che di solito anticipa la richiesta di rinvio
a giudizio, è stato notificato al presidente Paolo Ghirelli, a
tre componenti il Cda, al responsabile per la Libia Dennis
Morson e alla stessa Bonatti. Avrebbero omesso di adottare le
cautele necessarie per evitare che i tecnici fossero esposti
alle bande criminali. I quattro furono sequestrati nel
trasferimento a Mellitah. Contrariamente ad altri spostamenti,
avvenne su auto con autista e non via nave da Djerba, in
Tunisia, secondo quanto previsto dai protocolli depositati alla
Farnesina.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA