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Università: Bologna; i tornelli motivo della protesta

Università: Bologna; i tornelli motivo della protesta

Collettivo contesta decisione di regolamentare accessi

BOLOGNA, 11 febbraio 2017, 16:48

Redazione ANSA

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Italy: scuffles and police charges at the university of Bologna - RIPRODUZIONE RISERVATA

Italy: scuffles and police charges at the university of Bologna - RIPRODUZIONE RISERVATA
Italy: scuffles and police charges at the university of Bologna - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli scontri che negli ultimi giorni hanno coinvolto la zona universitaria di Bologna sono nati in seguito alla decisione dell'Ateneo di installare dei tornelli all'ingresso della biblioteca di Discipline Umanistiche al numero 36 di Via Zamboni. La scelta di regolamentare gli accessi - gli studenti potevano accedere con il proprio badge, gli esterni lasciando un documento all'ingresso - era nata per tutelare il personale e gli studenti da accessi indiscriminati in una zona - quella intorno a Piazza Verdi - con frequenti episodi di microcriminalità (episodi di spaccio e consumo di droghe, furti). La regolamentazione consentiva anche l'apertura degli spazi di studio fino alle 24.
    Il Collettivo Autonomo Universitario, fin da subito, ha contestato la presenza dei tornelli. Nei primi giorni attraverso azioni di boicottaggio come l'apertura delle porte di emergenza per consentire l'accesso bypassando i tornelli (una ventina di attivisti sono stati denunciati dopo vari episodi tra il 23 e il 31 gennaio) poi, l'8 febbraio, smontandoli e portandoli nella sede del rettorato, poco distante. L'Università, a quel punto, ha chiuso la biblioteca "per verifiche tecniche".
    Nel primo pomeriggio del 9 febbraio alcuni studenti del Collettivo, passando dall'interno, hanno riaperto l'edificio, occupato gli spazi e fatto entrare altri studenti, annunciando che non sarebbero andati via fino a quando qualcuno dell'Università non fosse andato a parlare con loro. A quel punto l'Ateneo ha autorizzato l'intervento delle Forze dell'Ordine che hanno sgomberato lo spazio con alcune cariche anche all'interno della biblioteca. Poi gli scontri sono proseguiti in altri luoghi della zona. In particolare gli attivisti hanno allestito una barricata su un lato per chiudere Piazza Verdi, una muraglia fatta di campane per la raccolta del vetro rovesciate, transenne e cartelli stradali.
    Il 10 febbraio una nuova manifestazione partita da Piazza Verdi, dopo aver percorso il centro della città, si è nuovamente scontrata con la Polizia, schierata in assetto antisommossa a poca distanza dalla biblioteca al 36 di Via Zamboni. Il Collettivo Universitario Autonomo non è nuovo a episodi di questo tipo. Lo scorso anno aveva contestato in aula il professor Angelo Panebianco. Successivamente era stato il protagonista di molte giornate di scontri per il cosiddetto 'caro mensa'.
   

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