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Turismo, ex portavoce Apt indagato

Turismo, ex portavoce Apt indagato

Prosegue inchiesta di Procura e Gdf su presunti pranzi fantasma

BOLOGNA, 26 ottobre 2016, 09:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Truffa, falso e peculato. Sono i reati su cui indagano la Procura di Bologna e il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza nei confronti di Fabio Grassi, ex capo ufficio stampa di Apt Servizi, dimessosi e recentemente sospeso dall'azienda di promozione turistica dell'Emilia-Romagna. Dell'evoluzione dell'inchiesta sui presunti 'pranzi fantasma' messi a rimborso in Apt riferisce il Corriere di Bologna, quotidiano che in estate aveva rivelato l'esistenza di almeno un caso dubbio nel comportamento di Grassi, che avrebbe chiesto ad una giornalista di mentire sulla presenza a pranzi e cene. Sulla vicenda hanno presentato esposti M5S e poi la stessa Apt; i finanzieri stanno sentendo giornalisti e ospiti presenti nelle 'ospitate'. A quanto pare ci sarebbero irregolarità in merito ad una ventina di pranzi e cene, rimborsati a Grassi ma disconosciuti dai commensali indicati nei giustificativi, per circa 5.200 euro. Le ipotesi di reato contestate trovano conferma in ambienti investigativi.

"Prendiamo atto delle notizie pubblicate, ma a quanto a noi risulta attualmente il dottor Fabio Grassi non è indagato per il reato di peculato. Ad ogni buon conto, lo stesso è sereno perché consapevole di non essersi mai appropriato di nulla, avendo al contrario dedicato la propria vita al servizio di Apt". Lo dice in una dichiarazione l'avvocato Filippo Cocco, difensore di Fabio Grassi, commentando le notizie sull'inchiesta della Procura di Bologna.
"Alcune rendicontazioni - aggiunge il difensore - appaiono non precise, ma stiamo parlando di poco più di 100 euro al mese che, al netto di possibili imprecisioni sui nominativi, sarebbero stati comunque rimborsabili". A breve, prosegue l'avvocato, "chiederemo che il dottor Grassi venga ascoltato sperando di porre così fine a questo spropositato clamore per una vicenda che in realtà a mio parere non contiene in sé risvolti penali". 
   

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