"La fuga di notizie mi ha creato
diversi problemi come donna e come mamma di una bambina piccola.
Il mio viso finì in tv e sui giornali, associato ad oggetti per
soli adulti. Ho dovuto tenere mia figlia lontana dalle edicole".
E' lo sfogo di Rita Moriconi, ex consigliere regionale del
gruppo Pd a processo a Bologna per peculato insieme ad altri 12
colleghi, per spese fatte tra il 2010 e il 2011: tra le voci
finite nei rimborsi di Moriconi e contestata dalla Procura c'è
infatti anche lo scontrino di un sexy shop di Reggio Emilia.
Dell'acquisto e del rimborso si è assunto poi la 'colpa' un
collaboratore di Moriconi, Rosario Genovese, che disse di averlo
fatto all'insaputa di lei. La vicenda è stata ricostruita dalla
stessa Moriconi, che in aula, con voce a tratti rotta, ha
risposto alle domande del suo difensore: "L'ho saputo dopo,
quando ci fu la confessione del signor Genovese". Moriconi ha
detto di essere stata danneggiata dalla vicenda: "Ancora oggi
continuano ad arrivarmi messaggi offensivi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA