"Sono innocente, prendo un'accusa
che non è giusta e mi distrugge. Passo per un criminale senza
esserlo. Non ho rimorsi perché so di essere innocente e la
sofferenza è doppia perché l'autore dell'omicidio di mia madre
non è stato cercato ed è libero. Continuo a credere che prima o
poi verrà fuori la verità!". Lo dice Nicola Nanni, condannato
all'ergastolo dalla Corte di Assise per l'omicidio della madre
Tommasina Olina, morta il 5 gennaio 2000 a Badolo,
sull'Appennino bolognese. La dichiarazione è stata diffusa dai
suoi difensori, gli avvocati Pietro Giampaolo e Andrea
Speranzoni, che annunciano appello.
"Fermo restando il rispetto per il libero convincimento dei
giudici - commentano i legali - siamo rimasti francamente
sorpresi per la condanna. Ci sono delle prove di natura
scientifica ed oggettive che non possono essere ignorate. Tra i
molti elementi di prova dell'innocenza, spicca come sia stato lo
stesso consulente della Procura a sconfessare che l'arma del
delitto fosse l'accetta ritrovata. Vedremo dunque come la
motivazione si confronterà con questi temi di prova decisivi.
Riteniamo che fino ad oggi in questo processo abbiano vinto le
suggestioni. Nicola Nanni è innocente, impugneremo".
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