"Prima di essere un atto razzista è un'azione di potere e sopraffazione maschile sulle donne; è guerra fra i sessi e, se l'oggetto dell'aggressione è 'diverso', il piacere del gesto per chi lo compie è maggiore". Lo scrive - in una lettera aperta al sindaco di Bologna Virginio Merola - Annassim, associazione delle donne native e migranti delle due sponde del Mediterraneo, riferendosi all'aggressione denunciata da una studentessa di 18 anni di origine marocchina, che sabato sarebbe stata picchiata e insultata da un autista di un autobus di linea.
"Non possiamo - prosegue Annassim - continuare a denunciare alla Polizia gesti di offesa, oltraggio e lesioni alle donne che si consumano quotidianamente dentro luoghi aperti al pubblico, privati e purtroppo anche istituzionali. Riteniamo che non basti sorvegliare e punire senza compiere azioni culturali, pedagogiche e politiche di rispetto, riconoscimento ed educazione alle pari opportunità". La richiesta al sindaco è di "indicazioni e scelte politiche precise per un codice di comportamento etico che indichi rispetto e riconoscimento del valore dell'altro, da affiggere in luoghi pubblici, compresi gli autobus di linea".
La studentessa ha denunciato di essere stata aggredita, picchiata e insultata con epiteti razzisti sabato sera dall'autista di un bus di linea Tper a Castel Maggiore, alle porte di Bologna. La ragazza è stata portata all'ospedale di Bentivoglio e dimessa con prognosi di 40 giorni. Tper ha sospeso in via preventiva l'autista dal servizio, in attesa delle risultanze della commissione d'inchiesta interna che è già stata nominata.
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