Con un'affluenza al 37,7% tutte le
forze politiche, di fatto, pagano in termini di voti assoluti. E
se il partito più grande, il Pd, vede una discesa di circa
322mila preferenze, anche la Lega Nord, che ha raddoppiato il
numero dei consiglieri ha perso rispetto alle elezioni del 2010
(i votanti allora furono il 68%) più di 55mila voti. D'altro
lato è però anche l'unica forza a crescere rispetto alle europee
quando i consensi assoluti furono, sostanzialmente, la metà.
Per dare la misura della differenza con il voto di quattro
anni fa, i quasi 845mila voti raccolti dalla seconda
classificata di allora, Anna Maria Bernini, avrebbero oggi
portato la candidata del Popolo della libertà alla vittoria:
Bonaccini ha infatti preso poco più di 615 mila voti (Errani
vinse con un milione e 197 mila). Peccato che, a livello di voto
di lista, le tre anime in cui si è diviso l'allora Pdl (Fi, Fdi
e Ncd, ieri in lista però anche con l'Udc che nel 2010, da solo,
arrivò quasi a quota 80 mila) abbiano perso quasi 363 mila voti.
Anche il M5s, che passa da 2 a 5 seggi, vede - rispetto a
quella che di fatto era ancora una fase di lancio per il
movimento - un consenso sostanzialmente sugli stessi livelli: il
candidato di allora, Giovanni Favia arrivò appena sopra quota
161mila; Giulia Gibertoni è seimila voti sopra. I consensi alla
lista sono invece passati da 126 mila a quasi 159.500. Comunque
ben al di sotto della metà dei voti raccolti in Emilia-Romagna
alle europee (furono quasi 444 mila) e meno di un terzo dei voti
alle politiche del boom quando i consensi arrivarono al record
di 658.475.
Infine, se forze come l'Idv, sono passate dall'essere secondi
nel centrosinistra con 136 mila preferenze alla sostanziale
scomparsa (la lista Emilia-Romagna Civica, che ne ha raccolto
gli eredi, si è fermata a meno di 18 mila voti), la
sinistra-sinistra è di fatto stabile: Sel, nel 2010 (era anche
apparentata con i Verdi) raccolse 37.698 voti e ieri è stata
poco più di mille voti sopra; un po' peggio è andata per gli
eredi della Federazione della Sinistra, confluita
sostanzialmente nell'Altra Emilia, passata dai 58.943 voti di
quattro anni fa a 44.676 voti di lista (ma la candidata
presidente Quintavalla è sopra i 50 mila).
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