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Aldrovandi: Boldrini, polizia levi segreto su sanzioni interne

Aldrovandi: Boldrini, polizia levi segreto su sanzioni interne

La madre: 'Niente perdono senza pentimento'

03 maggio 2014, 12:49

Redazione ANSA

ANSACheck

Federico Aldrovandi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Federico Aldrovandi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Federico Aldrovandi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Via il segreto dai procedimenti interni della polizia. E' la richiesta avanzata al capo della polizia, Alessandro Pansa, dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, che comunica anche la ripresa a Montecitorio la prossima settimana dell'esame del ddl sulla tortura, già approvato dal Senato. Mentre il segretario del Sap, Gianni Tonelli, scrive al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per chiarire il famigerato applauso agli agenti condannati per la morte del giovane Federico Aldrovandi. "Se ho offeso i valori fondanti della nostra comunità - scrive - faccio pubblicamente ammenda e pongo le mie scuse". Da parte sua, la madre del ragazzo ribadisce che non perdonerà mai i quattro poliziotti.

Boldrini, che ha incontrato la madre di Federico, sottolinea che "il gesto provocatorio non solo fa male a chi crede nella giustizia, ma danneggia soprattutto i tanti agenti che fanno il proprio dovere rispettando le regole". Ricorda che "il Parlamento si propone di migliorarle quelle regole, anche introducendo nel codice penale italiano il reato di tortura, e che la Commissione Giustizia della Camera avvierà la prossima settimana la discussione del disegno di legge già approvato dal Senato". E fa proprio "l'appello del presidente della commissione Diritti umani del Senato, Luigi Manconi, a sollecitare il capo della Polizia affinché valuti la possibilità di togliere il segreto ai procedimenti disciplinari interni". E' il decreto 737 del 1981, vecchio quindi di 33 anni, a definire le sanzioni disciplinari per il personale dell'Amministrazione di pubblica sicurezza e la regolamentazione dei relativi procedimenti.

Critico con la presidente della Camera l'eurodeputato leghista Mario Borghezio. "Con la sua ultima intemerata - osserva - la presidente Boldrini ha fatto capire a tutti da che parte sta. Fra coloro che aggrediscono i poliziotti e i poliziotti, non ha dubbi. Preme infatti per far approvare una legge 'antitortura' pensata su misura per criminalizzare poliziotti e carabinieri in servizio di ordine pubblico. Chiede con urgenza - aggiunge - la divulgazione dei procedimenti disciplinari a carico dei poliziotti, ma si guarda bene dal rivelare privilegi e prebende, di cui lei ha goduto per anni, dei funzionari Onu che lottano contro la fame nel mondo in alberghi a cinque stelle...". Sulla stessa linea il candidato Fi alle Europee Simone Furlan. "La Boldrini - intima - si lavi la bocca prima di parlare delle forze dell'ordine e strumentalizzare elettoralmente problematiche concrete e gravi".

Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel, sostiene invece le proposte della presidente della Camera. "A questo punto - dice - la migliore risposta, civile e dignitosa, che le Istituzioni potranno dare dopo il balletto vergognoso di applausi, interviste, chiassate mediatiche che abbiamo assistito in questi giorni a difesa degli assassini di Federico Aldrovandi è fare diventare la tortura reato nel nostro Paese".(

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