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Casa Russolo, il futurista padre dei rumori

A Portogruaro omaggio all'artista che rivoluzionò la musica

Luciano Fioramonti PORTOGRUARO

PORTOGRUARO - Il Futurismo ebbe una sua colonna sonora molto particolare. La velocità, il dinamismo, il ritmo frenetico delle città, le fabbriche, i motori degli aerei, dei treni e delle auto che ronzavano nei cieli e nelle strade, avevano bisogno di essere rappresentati non solo dalla pittura, dalla scultura e dalle parole in libertà, ma anche sotto il profilo acustico. Luigi Russolo, tra i primi a schierarsi nel gruppo dei fedelissimi di Filippo Tommaso Marinetti, trovò la risposta: i rumori erano il suono del mondo che stava cambiando.
    A lui rende ora omaggio Portogruaro (Venezia) dedicandogli la Casa a Palazzo Altan Venanzio, l'edificio rinascimentale in cui nacque nel 1885. L'inaugurazione venerdì 15 giugno va avanti fino a tardi con una "notte futurista" di musica, cibo, suoni, danze e performance.
    "Luigi Russolo - spiega Boris Brollo, l'ideatore della Casa - fu un 'piccolo Leonardo' del suo tempo. Poliedrico e geniale, è più conosciuto all'estero che da noi. Nel 1913 pubblico 'L'Arte dei Rumori' e da quell'anno cominciò a realizzare macchine straordinarie, gli intonarumori, in grado di modulare i rumori mediante una leva che tendeva o rilasciava una membrana. Questi strumenti rivoluzionarono la tecnica musicale, riproducendo la grande varietà di suoni della vita moderna". Russolo inventò, progettò e realizzò una ventina di intonarumori diversi divisi per timbro, proprio come in orchestra. I nomi degli strumenti la dicono lunga: gorgogliatori, crepitatori, urlatori, scoppiatori, ronzatori, stropicciatori, sibilatori, scrosciatori. Furono utilizzati per concerti memorabili e provocatori a Milano, Genova, Londra, Dublino, fino a Parigi. In molti casi, come per le serate futuriste di poesia e pittura, volarono pugni e calci fino alla rissa. Avvenne così anche a Modena, dove il 3 giugno 1913 Russolo schiaffeggiò il critico del giornale della città.
    "Russolo veniva da una famiglia di musicisti - spiega Brollo - i fratelli Antonio e Giovanni si diplomarono al conservatorio.
    Lui, invece, si dedicò alla musica da autodidatta. Ha avuto l'ardire di rompere con l'accademia". Gli intonarumori rappresentarono per la prima volta la possibilità di sintetizzare un rumore e furono precursori di tutto ciò che è stato fatto in seguito per quanto riguarda le tecniche di registrazione e montaggio ed i primi sistemi di sintesi elettronica del suono. L'artista, che collaborò con il musicista Edgard Varèse al perfezionamento del suo Rumorarmonio, ha di fatto aperto la strada al genere della noise music che tanto seguito ha avuto nella musica contemporanea. Per alcuni anni visse a Parigi dove ottenne riconoscimenti anche da Stravinskij.
    Casa Russolo documenta anche l'attività pittorica dell'artista, che nel 1910 firmò con Boccioni, Carrà, Severini e Balla il Manifesto della Pittura Futurista. Nel 1920 abbandonò i pennelli per concentrarsi sui rumori. Dopo il 1940 riprese a dipingere paesaggi e ritratti sulle rive del Lago Maggiore (morì a Cerro di Laveno nel 1947) secondo uno stile che lui stesso definiva classico-moderno. Nello spazio destinato a galleria sono esposti le lastre originali delle incisioni e due oli del 1937, di un collezionista privato che li ha concessi in comodato d'uso, che si aggiungono ai cinque di proprietà comunale.
    Russolo fu anche filosofo: il suo pensiero è descritto nel trattato "Al di là della Materia" composto tra il 1934 e il 1938. In mostra anche la copia (gli originali sono andati tutti distrutti) tratta dal brevetto depositato, di uno degli strumenti da lui creati - un Intonarumori della Collezione del prof. Pietro Verardo - per testimoniare il ruolo di Russolo nella musica del Novecento. (ANSA).
   

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