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Riapre il 'Mac Dino Formaggio'

Riapre il 'Mac Dino Formaggio'

A Teolo, nel cuore dei Colli Euganei padovani

PADOVA, 08 aprile 2018, 18:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PADOVA - È tutta al femminile la nuova stagione del "Museo di arte contemporanea Dino Formaggio" (MAC), che riapre il 7 aprile, al Palazzetto dei Vicari di Teolo (Padova) nel cuore dei Colli euganei, dopo la pausa invernale.
    Le opere della collezione donata alla città dal filosofo dell'arte Dino Formaggio, che vengono esposte a rotazione, sono state quest'anno riallestite selezionando dipinti, disegni e grafiche realizzati in prevalenza da artiste.
    Due donne sono invece protagoniste della mostra temporanea che viene inaugurata al piano inferiore del Museo: Maria Baldan e Elena Molena. Un confronto tra due artiste di diverse generazioni, entrambe dedite all'incisione con altissimi risultati (Baldan espose alla Biennale di Venezia nel 1964, Molena insegna incisione all'Accademia di Belle Arti di Venezia), separate da differenti ricerche e visioni ma accomunate dal desiderio di narrare un mondo (naturale in un caso, urbano nell'altro) e dall'attività calcografica vissuta come personale e infaticabile esercizio tecnico e espressivo. La mostra, intitolata "il mondo" e curata da Stefano Annibaletto, resterà aperta fino al 20 maggio.
    Le opere storiche di Maria Baldan fanno parte di un ampio "ciclo della natura" una cui selezione fu esposta, tra l'altro, alla Biennale d'arte veneziana del 1964: "l'artista - scrive il curatore dell'esposizione - vi evoca il dispiegarsi degli elementi naturali, nella loro forza sorgiva così come nella loro lenta, baluginante trasformazione". Il motivo di Elena Molena è invece culturale, "la sua percezione del reale passa attraverso lo studio di una storia della rappresentazione, così come il suo gesto sceglie di considerare quanto la grafica ha prodotto nella propria evoluzione. Il paesaggio urbano si estende nel suo lavoro fino a coincidere con il mondo".
    La mostra "accosta due vissuti artistici di forte personalità, staccati da più d'una differenza - spiega Annibaletto -: di generazione, di ricerca, soprattutto di narrazione. Entrambe colgono però nella costruzione di un mondo (un mondo naturale, un mondo urbanizzato) il senso del loro agire, rinvenendo una comune, audace accordatura nell'attività calcografica, vissuta come personale e infaticabile esercizio tecnico e espressivo".
    Il Museo presenta inoltre quattro opere entrate di recente nella collezione grazie a donazioni: si tratta di lavori di Bonizza Modolo, Sabrina Notturno, Primo Pegoraro e Luciano Zarotti. Non mancano i "classici" del Museo: preziosi dipinti di Renato Birolli, Aligi Sassu, Fiorenzo Tomea, Italo Valenti e altri grandi artisti con cui Dino Formaggio ebbe un rapporto di amicizia e stima.
   

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