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Gaudenzio Ferrari, in mostra il Michelangelo piemontese

Da 23 marzo un centinaio opere a Vercelli, Novara, Varallo Sesia

Redazione ANSA TORINO

di Barbara Beccaria

Con la grande mostra 'Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari', dal 23 marzo al primo luglio 2018 in tre sedi, a Novara, Vercelli e Varallo Sesia, il Piemonte rende omaggio a uno degli artisti italiani più importanti del Cinquecento, di grandissimo valore artistico, ma non così noto. "Finalmente una mostra, frutto di anni di ricerche, - dice l'assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Antonella Parigi - rende gli onori ad un artista che nel Cinquecento venne ritenuto da Giovanni Paolo Lomazzo, insieme a Mantegna, Michelangelo, Polidoro da Caravaggio, Leonardo, Raffaello e Tiziano, uno dei sette 'Governatori del Tempo della Pittura'".

La mostra raccoglie oltre cento opere provenienti da musei di tutto il mondo, tra cui il Louvre, il RinglingMuseum of Art di Sarasora, lo StadelMuseum di Franforte, il SzepmuveszetiMuzeum di Budapest, tre musei di Torino, la Galleria Sabauda, il Museo Civico d'Arte Antica e l'Accademia Albertina, e anche la Diocesi di Novara, oltre a collezioni private. Un composito progetto culturale realizzato - è stato spiegato oggi al Circolo dei Lettori di Torino - grazie alla collaborazione e alla caparbietà degli enti locali, di soggetti privati e di esperti che si sono messi a disposizione. Tra questi il professore Gianni Romano, a lungo soprintendente del Piemonte, e massimo esperto dell'artista.

"Io mi sono 'ammalato' di amore per questo artista molti molti anni fa - dice Romano, supervisore della mostra curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa - convinto che si tratti di uno dei massimi pittori italiani di tutti i tempi". La mostra è divisa in tre parti in ordine cronologico per raccontare la complessa vita dell'artista, passato da una giovinezza caratterizzata da grande energia, anche emotiva, ad una seconda parte più cupa, vissuta tra disagi e smarrimenti. A Varallo, nella Pinacoteca del Sacro Monte, viene affrontato il primo tratto della sua carriera, compresi gli anni di formazione al Sacro Monte, all'Arca di Vercelli, la stagione della maturità, e al Castello di Novara il suo ultimo periodo, quello più milanese e manierista. "Questa mostra ha duplice valenza - conclude Parigi - valorizzare un autore straordinario e poco noto e i Sacri Monti, luoghi di struggente bellezza anche loro poco noti, situati da Piemonte e Lombardia. Si va in India a vivere la spiritualità dei suoi templi e poi non si conoscono luoghi come questi, meta per il turismo devozionale, ma anche per tutti, per valore artistico e architettonico".

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