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A Milano gli 'Ambienti spaziali' di Lucio Fontana

Al Pirelli HangarBicocca le opere meno note ma più sperimentali

Redazione ANSA

MILANO - "Senza gli ambienti spaziali non ci sarebbero sicuramente né buchi, né tagli". Non ha dubbi Vicente Todolì, direttore artistico del Pirelli HangarBicocca che dal 21 settembre al 25 febbraio ospiterà la mostra "Ambienti" dedicata alle opere ambientali di Lucio Fontana, meno note al grande pubblico ma considerate dagli studiosi dell'artista "le più sperimentali".

L'esposizione, definita "storica" dai curatori, raggruppa per la prima volta nove dei diciotto ambienti creati da Fontana a partire dalla fine degli anni '40 per istituzioni e musei italiani e internazionali, e quasi sempre distrutti al termine delle esposizioni: un corpus di stanze, corridoi, labirinti percorribili, formati da materiali innovativi per l'epoca - vernici fluorescenti, gomme, neon e luci di Wood - e da elementi come pavimenti instabili o ondulati, che pongono il visitatore al centro dell'opera.

Il percorso si apre con la ricostruzione della "Struttura al neon", un arabesco fluorescente di circa cento metri realizzato da Fontana per la nona Triennale di Milano (1951), e si chiude con "Fonti di energia", un'opera monumentale costituta da sette livelli di tubi di luce colorata, progettata dall'artista a Torino nel 1961 in occasione del centenario dell'Unità d'Italia. In mezzo, nove degli ambienti spaziali più rilevanti di Fontana, destinati a istituzioni sperimentali e d'avanguardia tra cui il Walker Center di Minneapolis e lo Stedelijk Museum di Amsterdam.

"Si tratta di opere effimere, costruite e poi distrutte, e per questo poco conosciute al grande pubblico, che però si pongono alla base della rottura di Fontana con la tradizione pittorica" rimarca Todolì. Al Pirelli HangarBicocca il pubblico avrà la possibilità di vederle per la prima volta, in un allestimento inedito curato dallo stesso Todolì insieme insieme alla restauratrice Barbara Ferriani e alla storica dell'arte Marina Pugliese, con la collaborazione con della Fondazione Lucio Fontana.

"Il lavoro d'archivio è durato più di due anni, alla ricerca di indizi utili per arrivare alla ricostruzione finale delle opere" ha spiegato Ferriani durante l'anteprima per la stampa. "L'esposizione contiene anche un aspetto ludico" aggiunge Pugliese: "Ci sono ambienti nei quali ci si può sdraiare su un pavimento ondulato di moquette rossa, un altro in cui si affondano i piedi nella gomma. La fisicità dello spettatore è continuamente messa alla prova dalle luci e dai materiali" osserva la ricercatrice, augurandosi che dopo Milano gli "Ambienti" di Fontana possano essere replicati anche in altre città.

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