MANTOVA - Per dimostrare come il celebre incisore tedesco Albrecht Durer (Norimberga 1471-1528) fosse stato influenzato dall'arte classica italiana, una serie di pezzi archeologici è esposta insieme a 70 sue incisioni in una mostra nel Castello di San Giorgio, dall'8 ottobre all'8 gennaio.
'Albrecht Durer. Come avrò freddo dopo quel sole...' è il singolare titolo della rassegna, che fa riferimento ad una frase che lo stesso artista pronunciò, per esprimere il suo rammarico nel tornare in Germania, lasciando Venezia, dove aveva soggiornato, nel 1494 e nel 1507. Le sue 70 incisioni provengono da due celebri raccolte viennesi: quelle del museo dell'Albertina e del Kupferstichkabinet. In mostra vi è anche una scultura in bronzo di Durer, prestata dallo Szepmuveszeti Muzeum di Budapest e strettamente collegata agli studi di Leonardo da Vinci per un monumento equestre a Francesco Sforza mai realizzato.
I pezzi archeologici sono stati scelti nella collezione del Palazzo Ducale di Mantova. Nelle incisioni esposte a Mantova, si nota che per gli studi sulla figura del cavallo Durer aveva preso ad esempio anche altri monumenti equestri di autori italiani, come quelli del Verrocchio a Venezia e di Donatello a Padova. Per realizzare le sue incisioni, Durer aveva studiato anche altri italiani, tra cui Mantegna. Si trattò comunque di uno scambio, perché risulta chiaramente come Durer abbia a sua volta influenzato l'arte italiana dell'epoca.
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