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Antonio Ligabue, espressionista tragico

Antonio Ligabue, espressionista tragico

Grande antologica a Genova con i celebri animali e autoritratti

GENOVA, 18 febbraio 2018, 23:24

di Marzia Apice

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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GENOVA - L'angoscia e il male di vivere che si rivelano in ogni opera; e poi lo sguardo visionario con cui osserva i soggetti che ritrae, lo stile espressionista nella forma e nel colore e il gusto per la decorazione. E' una genialità piena di sofferenza quella di Antonio Ligabue (Zurigo 1899 - Gualtieri 1965), grande rappresentante della pittura italiana del '900 a cui il Palazzo Ducale di Genova dedica una accurata mostra antologica allestita dal 3 marzo al 1 luglio. A ripercorrere la vicenda umana e artistica del pittore, una selezione di 80 lavori tra dipinti, sculture, disegni e incisioni che ruotano attorno a due grandi filoni della sua produzione, gli animali e gli autoritratti. Con una mirabile precisione nell'anatomia e l'attenzione maniacale alla reiterazione di elementi decorativi, Ligabue dipinge ogni tipo di animale, da quelli domestici a quelli della foresta e del bosco, come tigri, leoni, leopardi, gorilla, volpi, aquile, alternando nello sfondo paesaggi italiani e svizzeri: tra i suoi lavori più interessanti, Tigre reale, realizzato nel 1941 quando era ricoverato nell'Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, e le due versioni di Cani da caccia con paesaggio. Ma è soprattutto negli autoritratti che Ligabue si manifesta maggiormente come 'espressionista tragico', comunicando il senso di angoscia che sempre ha pervaso la sua difficile vita, dai primi anni nella natia Svizzera fino al periodo trascorso in Italia nella Bassa reggiana, dove si acuì la malattia mentale e dove poi morì. Come appare evidente osservando capolavori quali Autoritratto con berretto da motociclista del 1954-55 e Autoritratto del 1957, quando Ligabue dipinge se stesso, negli occhi e nel volto riportati sulla tela si leggono smarrimento, fatica e desolazione, quasi come se egli si sentisse condannato a una perenne solitudine e impossibilitato a instaurare una qualsiasi relazione con il resto del mondo. Nella mostra, a cura di Sandro Parmiggiani e Sergio Negri, trovano spazio anche altri dipinti, come Carrozzella con cavalli e paesaggio svizzero, alcune versioni della Lotta di galli, Aquila con volpe, Vedova nera con volatile, Testa di tigre e Crocifissione. Per tutta la durata della rassegna, il Palazzo Ducale organizza una serie di attività didattiche, incontri e visite guidate gratuite per bambini e adulti.
   

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