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Pistoletto porta Terzo Paradiso a Ostia

Pistoletto porta Terzo Paradiso a Ostia

Maestro, "periferie create come dormitori. Risvegliamole"

ROMA, 27 marzo 2019, 17:23

Daniela Giammusso

ANSACheck

Michelangelo Pistoletto Terzo Paradiso Sulla sabbia di Ostia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Michelangelo Pistoletto Terzo Paradiso Sulla sabbia di Ostia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Michelangelo Pistoletto Terzo Paradiso Sulla sabbia di Ostia - RIPRODUZIONE RISERVATA

OSTIA -  ''Nelle periferie abbiamo realizzato dormitori per chi lavorava in città. Ora è tempo di risvegliarli!''. Cappello nero in testa, sciarpa stretta al collo per ripararsi dalla brezza pungente del mare, Michelangelo Pistoletto approda sulla spiaggia nera e ferrosa del litorale romano, chiamando a raccolta i ragazzi delle scuole per una speciale versione del Terzo Paradiso/Sulla sabbia di Ostia.
    Una live perfomance, ultima tappa del progetto internazionale Rebirth/Terzo Paradiso che conta già più di mille eventi nel mondo e tre milioni di partecipanti in tutti i continenti, questa volta ospite dello SBA Sporting Beach Arte, programma che dal 2016 porta nello storico stabilimento balneare mostre e artisti per affrontare problematiche legate all'ambiente naturale e sociale. Prossimo appuntamento il 14 aprile (fino al 5 maggio) con ''Erosioni'' di Oreste Casalini che ha realizzato il progetto in alcuni mesi di residenza d'artista trascorsi al lavoro in alcuni ambienti dello Sporting Beach, messi a sua completa disposizione proprio in affaccio sulla spiaggia e sul mare. Mentre per l'autunno è in preparazione una grande collettiva Cabine d'artista - Take care, con la presenza di più di trenta artisti italiani e stranieri che si terrà nel prossimo ottobre 2019. ''I ragazzi sono affamati di iniziative. Vogliono essere chiamati a una missione. Perché nella vita non si ha bisogno di un impiego, ma di missioni'', dice Pistoletto, mentre sulla sabbia i tre grandi cerchi della sua opera-simbolo si vanno formando sotto al divertito, a volte scomposto, calpestio delle decine di piedi, sandali, scarpe da ginnastica, infradito o anfibi dei ragazzi del Liceo Ginnasio Anco Marzio. Capofila, il coordinatore degli ambasciatori di Rebirth, Francesco Saverio Teruzzi. ''Il fatto che si intitoli Terzo Paradiso - aveva spiegato qualche minuto prima il Maestro - indica già che ne esistono altri due precedenti: uno naturale e uno artificiale, che abbiamo costruito uscendo dalla natura e che ci ha portato molti benefici, ma anche disguidi. Ora dobbiamo trovare un equilibrio tra artificio e natura. E l'artificio è la politica, l'economia, soprattutto scienza e tecnologia. È un progetto globale, universale, che coinvolge tutti, per fare in mondo che l'artificio non allontani, ma ci avvicini alla natura''. Il Terzo Paradiso, prosegue, ''va messo anche sulla soglia tra città e campagna''. L'invito è alla sua ''trinamica'' a ''usare l'intelligenza, la nostra e quella della natura'', a ''una democrazia pratica, la demopratica''. Anche qui, nelle grandi periferie metropolitane come Ostia, ''volutamente trascurata - dice la curatrice Paola Pallotta, insieme alla proprietaria del Sporting Beach, Alessandra Borzacchini - colpita da un'erosione che non è solo ambientale'', nonostante negli anni sia stata ''spazio per la sperimentazione di artisti come Moretti, Libera, Mazzoni o De Chirico che abitò qui''. Le periferie urbane e i loro monumenti incompiuti saranno al centro anche di un prossimo piano del Mibac, per valutarne il destino. ''Le opere incompiute - dice Pistoletto - possono aver avuto un senso e se lo avevano devono essere finite. Ormai siamo bravi a muoverci tra i ruderi - sorride - Così come Roma con l'antichità, possiamo costruire anche le periferie sui ruderi della modernità''. Passo dopo passo, giro dopo giro, in un'assunzione di consapevolezza che alla fine mette in moto tra ragazzi e adulti anche Pistoletto, ecco i tre anelli del Terzo Paradiso comparire sulla sabbia. L'invito è ad averne cura e continuare a tracciarli ogni giorno. Tra qualche mese qui torneranno i bagnanti, gli ombrelloni e i lettini. E chissà se sarà diverso prendere il sole, pur inconsapevolmente, sopra un'opera d'arte.
   

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