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Hofbauer, il maestro della poster art balcanica a Roma per la prima personale

Hofbauer, il maestro della poster art balcanica a Roma per la prima personale

La Teké Gallery porta in mostra allo Spazio Cerere oltre 100 pezzi dell'illustratore e fumettista

19 aprile 2018, 14:31

di Davide Campione

ANSACheck

MOSTRA ERIC HOFBAUER ROMA - RIPRODUZIONE RISERVATA

MOSTRA ERIC HOFBAUER ROMA - RIPRODUZIONE RISERVATA
MOSTRA ERIC HOFBAUER ROMA - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - Arte underground, esplosiva e combinatoria, nata nei quartieri dormitorio di Zagabria e influenzata tanto dal punk quanto dal Costruttivismo Russo, dall’Espressionismo tedesco, dalla pop art e dal cinema noir: è l'opera dell'illustratore e fumettista Igor Hofbauer, che arriva a Roma per la prima personale dal titolo 'F**K-HOF'. Organizzata dalla Teké Gallery di Stefano Dazzi Dvořák presso lo Spazio Cerere di Roma, in programma fino al 28 aprile, la mostra raccoglie oltre 100 lavori dell'artista croato, una delle figure più rappresentative dell'arte balcanica, reinterpretata da Hofbauer con opere dal taglio fumettistico che contengono, al loro interno, miriadi di micronarrazioni surreali, potenti, immediatamente riconoscibili. In mostra sono esposti i manifesti creati per il 'Mocvara' club di Zagabria, dove Hofbauer 'illustra' i live di band come Mogwai e Pere Ubu, graphic novel quali 'Inspektor Gurtel’ - una detective story muta e zeppa di citazioni di ogni genere - decine di serigrafie e alcune opere su tela, realizzate per la prima volta dall'artista appositamente per l'evento. 'F**K-HOF' è tra le esposizioni più interessanti del momento, una di quelle retrospettive che aprono allo spettatore un nuovo universo artistico da scoprire.

Marco Cirillo Pedri, curatore della mostra, descrive così all'ANSA il lavoro del croato: “l'arte di Hofbauer è esplosiva e combinatoria. Ogni illustrazione fonde campi semantici diversi: dalla storia dell'arte a quella del cinema e dei fumetti, in un moto combinatorio, che rimane sempre fluido”.

Qual è il tratto distintivo della sua opera? “Un forte attaccamento agli schemi di elaborazione della tavola propri del Costruttivismo e della poster-art Russa ed est Europea. Nella maggior parte delle tavole, tracciando una linea mediana che divide il foglio, troviamo delle immagini speculari che partendo dal centro dell'illustrazione esplodono e creano scene surreali e grottesche ma ricche di significato, il tutto condito da caratteri tipografici rigorosamente disegnati a mano”.

Come nasce l’idea di portare a Roma il mondo surreale di Hofbauer?
Dato il grande successo di critica e di pubblico della prima mostra ufficiale degli originali di Hofbauer a Carrara, (giugno-luglio 2017) presso la nostra Teké Gallery, abbiamo deciso di replicare la retrospettiva a Roma allo Spazio Cerere. Il titolo della mostra, "Fuck Hof", è nato quando ci siamo trovati davanti agli originali: ad ogni tavola, l'espressione ricorrente era “Fuck!”, per sottolineare il senso di stupore per la bellezza e la complessità di ogni elemento. Con queste premesse il passo per fare il gioco di parole con l'espressione Inglese "Fuck off" è stato molto breve”.

I Balcani, area di provenienza di Hofbauer, sono una presenza molto forte nel suo lavoro. “L'attaccamento alla terra di provenienza emerge prepotentemente nella sua opera: le ambientazioni delle prime Graphic Novel e di molte illustrazioni richiamano le periferie monotone e ripetitive e le case popolari della periferia di Zagabria e di altre capitali est Europee. Tutto è visto in chiave distopica e post apocalittica, con un sentimento di oppressione che rimanda a '1984' di G.Orwell”.

Hofbauer, d'altra parte, ha vissuto da vicino il periodo della guerra dei Balcani. ”Le am-bientazioni post apocalittiche che ricordano i luoghi di origine dell'autore, la corruzione e perversione dei personaggi delle storie, spesso mutanti o deformi, ci danno un forte sentimento di come possa essere nascere, crescere e affrontare le conseguenze di una guerra come quella balcanica”.

Se dovessi scegliere tre opere di Hofbauer, quali indicheresti? “Sicuramente 'Inspektor Gurtel', graphic novel in 10 tavole studiata da Igor per i pieghevoli del club 'Mocvara' in cui l'autore si è divertito a creare una serie infinita di citazioni che spaziano dall'arte al cinema al fumetto. Poi la serie BILLA, ovvero tre cerchi di due metri di diametro, tre paesaggi interconnessi e pieni di situazioni surreali che danno un'idea del modo di comunicare iconografico proprio di questo autore. Infine le serigrafie, presenti in un'ampia retrospettiva che occupa una delle due sale della mostra, a ripercorrere gli ultimi 25 anni di attività di Hofbauer. Chi verrà a trovarci allo Spazio Cerere – conclude all'ANSA il curatore - avrà la possibilità di vedere quanto l'autore riesca a giocare a seconda del tema della grafica, proponendo sempre soluzioni innovative di impatto e cariche di significati e citazioni. Lavori sempre profondamente diversi ma tutti con un segno inconfondibile”.

Info: tekegallery.com
igorhofbauer.tumblr.com/

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