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Fellini, in mostra disegni inediti

Dal 21 aprile a Roma 41 bozzetti custoditi da suo truccatore

Patrizia Vacalebri ROMA

ROMA -A chi chiedeva a Federico Fellini perché disegnasse i personaggi dei suoi film, il maestro rispondeva: "Perché prendo appunti grafici delle facce, dei nasi, dei baffi, delle cravatte, delle borsette, del modo di accavallare le gambe delle persone? È un modo per cominciare a guardare il film in faccia, per vedere che perché disegnasse i personaggi dei suoi film, il maestro rispondeva: "Perché prendo appunti grafici delle facce, dei nasi, dei baffi, delle cravatte, delle borsette, del modo di accavallare le gambe delle persone? È un modo per cominciare a guardare il film in faccia, per vedere che tipo è il personaggio, il tentativo di fissare qualcosa sia pure minuscolo ai limiti dell' insignificanza, ma che mi sembra abbia comunque a che fare col film, e velatamente mi parla di lui". Il disegno era dunque una parte significativa del processo creativo dell'autore di Otto e mezzo, de La Dolce vita e di tanti altri capolavori consegnati alla storia del cinema. Il disegno di figure umane oniriche che aveva avuto origine fin da quando, ancora ragazzo, Fellini collaborava come vignettista e umorista con il Marc'Aurelio, La storia d'Italia nel periodo fascista, raccontata dalle vignette della rivista satirica. L'arte di Federico Fellini nei disegni custoditi dal suo truccatore storico, Rino Carboni, sarà in mostra a Roma, nella Galleria Ars Perpetua, dal 21 aprile, Natale di Roma, data simbolica che sottolinea quanto la città eterna sia stata importante per il maestro che l'ha scelta come scenario dei suoi più bei film. Sono 41 i disegni originali compresi in "Fantastiche Visioni", molti dei quali inediti, opere che Fellini aveva consegnato al suo storico truccatore Carboni come modelli per realizzare il make up e soprattutto i veri e propri effetti speciali di cui Carboni è stato un precursore geniale e innovativo. E dal padre questi sono passati al figlio Adriano Carbono, anche lui truccatore, che ne ha ereditato l'arte e ne custodisce la memoria. I disegni di Fellini erano i suoi sogni e Carboni, con la sua maestria, riusciva a renderli concreti e visibili facendoli uscire dalla carta di cui erano fatti e dandogli le fattezze di tanti personaggi di una lunga serie di film, opere cult tra cui: Tre passi nel delirio (1968), il primo film di Carboni con Fellini in cui realizza gli effetti speciali, tra i quali la testa mozzata di Terence Stamp; Fellini Satyricon (1969); I Clowns (1970); Roma (1972); Amarcord (1973); Il Casanova di Federico Fellini (1976); Prova d'orchestra (1979); La città delle donne (1980); E la nave va (1983); Ginger e Fred (1985). Oggi Adriano Carboni ha deciso di rendere pubblici i disegni di Fellini dopo che la sua famiglia li ha lungamente e gelosamente conservati. Per lui si tratta di qualcosa di più di opere d'arte: sono veri e propri flash della sua vita. "Ricordo che toccai con mano i bellissimi costumi dei clown realizzati da Danilo Donati - racconta Rino - quando avevo solo otto anni. Fu in quella situazione che conobbi Fellini. Mio padre mi portava sempre a fare visita ai set in cui lavorava, specialmente quelli di Fellini che venivano girati spesso a Cinecittà. Rimanevo incantato e affascinato dalla magia che racchiudevano le quinte dei film". Sotto i suoi occhi di ragazzo prendevano vita i personaggi che poi abbiamo visto sugli schermi. "Fellini dava degli schizzi a mio padre, quasi caricaturali, poi li vedevo realizzare sul volto dell'attore e la caricatura prendeva vita. Ho ancora un ricordo nitidissimo". 

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