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La poesia di Ghirri al Maxxi con Atlante

La poesia di Ghirri al Maxxi con Atlante

41 foto mai esposte in Italia, viaggio ideale tra i segni

ROMA, 14 dicembre 2017, 14:31

Redazione ANSA

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Luigi Ghirri, Atlante, 1973 Courtesy Collezione Privata, Copyright Eredi Ghirri 2 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Luigi Ghirri, Atlante, 1973 Courtesy Collezione Privata, Copyright Eredi Ghirri 2 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Luigi Ghirri, Atlante, 1973 Courtesy Collezione Privata, Copyright Eredi Ghirri 2 - RIPRODUZIONE RISERVATA

  MAXXI  - "Il luogo nel quale tutti i segni della terra, da quelli naturali a quelli costruiti dall'uomo, sono rappresentati: monti, laghi, piramidi, oceani, città, villaggi, stelle, sole." Luigi Ghirri parlava così dell'Atlante, per lui anche un luogo del pensiero a cui nel 1973 dedica un corpus di 41 scatti che poi rilega in un album: un progetto chiave della storia della fotografia italiana contemporanea a cui il Maxxi dedica un focus nell'ambito del nuovo allestimento delle Collezioni, The Place To Be. E che nello stesso tempo inaugura il programma di Passeggiate Fotografiche romane, il progetto promosso dal ministero di beni culturali e turismo con cui Roma per tre giorni celebra la fotografia, il 15, 16 e 17 dicembre.
    Opera importante nella poetica di Ghirri, l'album esposto al Maxxi è anche un inedito: acquistato nel 1975 da un collezionista privato e ritrovato solo di recente, non è mai stato esposto in Italia. "Il solo viaggio possibile sembra essere ormai all'interno dei segni, delle immagini: nella distruzione dell'esperienza diretta", scriveva Ghirri in quegli anni particolarmente importanti della sua produzione artistica.
    Composto da fotografie di dettagli di un vero atlante geografico, l'Atlante è considerato uno dei primi tentativi di ripensare il concetto di "paesaggio" e di interrogare i codici della sua rappresentazione attraverso la fotografia. Si tratta in pratica di un "viaggio immaginario" che Ghirri compie tra le pareti della sua casa. Protagoniste le pagine di un semplice atlante che davanti all'obiettivo perdono la loro funzione descrittiva trasformandosi in pure astrazioni, un mondo fantastico fatto di segni da interpretare a piacimento. Linee, cerchi, macchie, lettere, che l'autore considera il luogo nel quale sono rappresentati tutti i segni della terra, da quelli naturali a quelli costruiti dall'uomo, dai monti e i laghi alle piramidi e le città, appunto, dal sole e le stelle ai villaggi.
    Un tema sul quale il grande fotografo emiliano lavora intensamente in quegli anni dando forma a diverse edizioni in cui le stesse immagini sono assemblate in sequenze differenti, secondo una prassi operativa degli artisti concettuali e che diventerà tipica anche nel suo lavoro. Curata da Margherita Guccione Direttore MAXXI Architettura, Bartolomeo Pietromarchi Direttore MAXXI Arte e Laura Gasparini Responsabile della Fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, la mostra romana è arricchita da materiali di approfondimento (altre versioni di Atlante, pubblicazioni, opere di altri artisti) che aiutano a collocare questo progetto all'interno del percorso di ricerca dell'artista ma anche nel contesto artistico culturale della scena concettuale modenese alla fine degli Anni Sessanta. E le fotografie sono accompagnate dalle parole di Ghirri che, con una narrazione semplice, evidenzia la complessa trama di significati di questo progetto, concettuale e poetico.
    All'inaugurazione, il 14 dicembre alle 19.30, partecipa il ministro della cultura Dario Franceschini. Domenica mattina, invece (Ore 11.30 Sala Graziella Lonardi Buontempo, ingresso libero fino a esaurimento posti) Laura Gasparini, co-curatrice e Responsabile della Fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, presenta la conferenza Luigi Ghirri tra immagini e parole: un incontro dedicato al contesto in cui l'opera Atlante è nata, all'esperienza compiuta da Ghirri con gli artisti concettuali modenesi a partire dalla fine degli anni Sessanta, e al confronto con le altre versioni di Atlante realizzate dall'autore negli stessi anni. La mostra resterà aperta fino al 21 gennaio 2018.
   

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