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La dinastia di Augusto torna all'Ara Pacis

Donati da Gruppo Sorgente calchi ritratti famiglia imperatore

di Nicoletta Castagni ROMA

ROMA - Entrano nel Museo dell'Ara Pacis i calchi in gesso dei busti che ritraggono i più stretti famigliari di Augusto, alcuni dei quali i principi designati alla successione imperiale, ma morti giovanissimi. Realizzati sui marmi originali appartenenti alla Fondazione Sorgente Group, i gessi vanno a completare la serie già esposta nel 2006, contribuendo così alla valorizzazione di un monumento che ora, con l'intervento di recupero al Mausoleo d'Augusto, costituirà un nuovo centro dell'archeologia romana.

Con il completamento della dinastia della Gens Giulio Claudia, ha detto il vicesindaco Luca Bergamo intervenendo alla presentazione del nuovo allestimento museale, "si arricchisce il racconto storico" e si mette il pubblico in condizione di approfondire la relazione con le vicende del passato, una sorta di "macchina del tempo per entrare in un contemporaneo altrui". "Sono felice che questa piazza torni alla città. Roma è un'unicità nel mondo e deve essere disponibile alla vita civile, se lo sarà solo al turismo, poi qualcuno metterà una cancellata", ha proseguito Bergamo riaccendendo la polemica con il ministro Franceschini e il suo progetto del Parco archeologico della città eterna. Ma soprattutto cercando un dibattito su cosa voglia dire oggi investire sul turismo, quando i flussi dei visitatori delle città d'arte si sono significativamente incrementati in conseguenza "all'aumento delle classi medie di Cina e Asia".

Intanto, grazie all'intervento di un privato, il Gruppo Sorgente, sia gli addetti ai lavori sia i cittadini possono accrescere la loro conoscenza sulla famiglia di Augusto, che egli stesso volle tramandare ai posteri con un destino assai diverso da quello reale. L'Ara Pacis, ha ricordato Eugenio La Rocca, uno dei massimi esperti dell'età augustea, è un altare realizzato tra il 13 e il 9 d.C. in occasione del ritorno di Augusto dalla spedizione pacificatrice in Spagna e nella Gallia. La Pace è celebrata con una lunga processione che accoglie festosamente il condottiero, cui partecipa la grande famiglia, offrendo un'immagine aulica di serenità, ben lontano dai crucci che assillavano l'imperatore. Il quale, come la costruzione del Mausoleo testimonia, pensava a fondare una dinastia, senza però avere successori diretti. Dai nipoti Marcello, Gaio e Lucio, scomparsi giovanissimi alle donne della famiglia, "Augusto usò i suoi famigliari - ha spiegato La Rocca - come pedine sulla scacchiera politica". La Fondazione Sorgente, guidata da Paola e Valter Mainetti, in vent'anni di appassionata ricerca sul mercato antiquario è riuscita ad acquisire reperti eccellenti, marmi di età imperiale che permettono oggi una visione più completa e corretta delle scelte dinastiche e del dramma vissuto da Augusto con la perdita prematura dei nipoti. A cominciare da Marcello, il preferito, che fino a questo calco era assente dalla sequenza dei volti imperiali del Museo dell'Ara Pacis, per proseguire con i ritratti di Gaio e Lucio Cesari, cui si aggiungono quelli di Antonia Minore, Germanico e Gaio adulto. In particolare, il ritratto di Marcello è considerato il migliore esemplare del volto del giovane principe, che dall'acconciatura alla posa ha tutti i crismi del prescelto.

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