Ballerine e Bataclan tra i soggetti
pittorici della personale di Anna Maria Navazio all'Auditorium
Parco della Musica di Roma, che ospita la mostra "Arte e
mistero" (1-7/3) della pediatra con la passione per la pittura.
"E' una mostra soprattutto musicale ma non per questo tralascia
i temi e gli argomenti che la accompagnano da sempre, da quando
si è avviata a una carriera di pediatra che col tempo l'ha resa
una delle nostre più esperte specialiste della materia - scrive
Claudio Strinati nel catalogo della mostra - La musica, tra le
arti, è il regno per antonomasia dell'Armonia (che implica anche
il suo contrario, disarmonia e stridore dei contrasti) e l'arte
di Anna Maria Navazio viaggia tutta su questa componente,
essendo un continuo andirivieni di pacificazione armonica e di
sparizione verso un ignoto che assume persino le forme del
terrificante e del crudele. E qui vediamo, infatti, ballerine,
musici, scene d'opera ma su tutto spicca il quadro, invero assai
bello, intitolato al Bataclan".
"E' una gigantesca e spettrale rappresentazione - scrive
Strinati - dove la nostra pittrice, quasi fosse allieva ideale
del grande realismo seicentesco, immette nel suo immaginario una
emotività e un'intensità di espressione veramente rimarchevoli.
Lo spettatore arriva da dietro e coglie alcuni musicisti che
sembrano ombre allucinanti proiettate su uno schermo che è la
tela stessa, mentre sono intenti al loro lavoro che tra un
momento verrà interrotto per sempre e non dalla fine del brano
ma dalla violenza cieca del male. Bataclan è un magistrale
dipinto, che è lecito pensare contribuirà non poco alla
consacrazione della pittrice".
"La pittura della Navazio - scrive infine Strinati - è una
pittura narrativa, una pittura di personaggi che sembrano
muoversi secondo il dettame boccioniano. Sovente, infatti, il
quadro rappresenta gruppi di persone, siano esse in un aeroporto
o siano ballerine che si preparano allo spettacolo, o figure che
si muovono nella città senza una meta apparente che non sia
quella del "fatale andare" in sé, talvolta senza volto, talvolta
con una specie di stralunato spavento dipinto sulla faccia
esplicitamente interrogante verso lo spettatore".
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