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Thayaht, il futurista che inventò la tuta

A Roma oltre 200 opere raccontano artista eclettico

Luciano Fioramonti ROMA

  ROMA - Pittore, scultore, fotografo, stilista, disegnatore, inventore ed orafo: Thayaht, pseudonimo di Ernesto Michahelles, fu un artista eclettico, figura particolare del panorama italiano tra le due guerre. A lui è dedicata una interessante mostra allestita fino al 2 marzo alla Galleria Russo di Roma. L'esposizione, curata da Daniela Fonti, documenta un percorso che si muove tra gusto Déco e avanguardia futurista: circa 200 opere tra sculture, disegni e dipinti dal 1913 al 1940.
    Michahelles nacque a Firenze nel 1893. Il padre, di origini tedesche, aveva sposato una inglese, nipote di uno scultore americano. "Artista globale", Thayaht spaziò dalla pittura alla scultura, dalla moda alle arti applicate, dalla scenografia alla illustrazione grafica e pubblicitaria. In mostra c'è il disegno su carta che riproduce la "tuta", inventata nel 1919 insieme al fratello Ruggero Alfredo, in arte Ram: ideata come modello a T, a linee rette, in canapa colorata o cotone grezzo, era pensata come abito destinato a tutti senza distinzioni sociali. Thayaht entrò in contatto con il Futurismo nel 1929. Per Daniela Fonti questo approdo tardivo ha due ragioni: l'artista "era indirizzato verso studi antitetici" a quelli del movimento di Marinetti, ma si sentiva "respinto caratterialmente dalla iattanza un po' becera, un po' squadristica (e profondamente virilistica) dei protagonisti del movimento". Nello stesso periodo esordisce come scultore. Tra alcune delle sue opere più celebri, l'esposizione presenta il Tuffo, realizzato per la Biennale di Venezia del 1932.
    Finita la guerra, Thayaht si ritirò nella sua casa in Versilia "deluso dal crollo delle speranze di rinnovamento sociale accese dal fascismo". Il suo ultimo periodo - morì nel 1959 - fu caratterizzato dal desiderio di isolarsi, di guardare a mondi lontani, rielaborando temi polinesiani cari a Gauguin.
    Il suo sguardo si spinse oltre, verso l'universo, studiando gli astri con un grande telescopio. Nel 1954 fondò il Centro Raccolta Notizie Osservazioni spaziali per l' avvistamento di dischi volanti. "Sul tetto dello studio - ricorda la nipote Elisabetta Seeber rievocando l' adolescenza e le storie fantastiche con cui l'artista la affascinava - lo zio aveva costruito una piattaforma che, secondo lui, sarebbe servita come pista di atterraggio di una nave spaziale, con a bordo gli extraterrestri".
   

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