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A Ferrara i tesori Sgarbi-Cavallini

A Ferrara i tesori Sgarbi-Cavallini

Oltre 130 opere in mostra al Castello estense di Ferrara dal 3/2

ROMA, 05 dicembre 2017, 19:51

Redazione ANSA

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Dal San Domenico in terracotta modellato nel 1474 da Niccolò dell'Arca, capolavoro del Rinascimento italiano, alla Cleopatra di Artemisia Gentileschi; da Gaetano Previati a Boldini e De Pisis. Oltre 130 opere della ricca collezione Cavallini-Sgarbi saranno in mostra dal 3 febbraio a Ferrara, nelle sale del Castello estense. Un tesoro di dipinti e sculture di epoche diverse, dall'inizio del Quattrocento alla metà del Novecento, raccolte in quarant'anni di appassionato collezionismo da Vittorio Sgarbi con la madre 'Rina' Cavallini. Un omaggio a Ferrara, di cui le opere raccontano la straordinaria impresa culturale, secondo le intenzioni di Elisabetta Sgarbi, ma anche ad una famiglia che all'arte ha dedicato tutte le sue energie. Ideata e promossa dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, con il Comune di Ferrara e sotto il patrocinio del ministero di Beni Culturali e Turismo e della Regione Emilia-Romagna, "La Collezione Cavallini Sgarbi. Da Niccolò dell'Arca a Gaetano Previati. Tesori d'arte per Ferrara" sarà aperta fino al 3 giugno. Il catalogo è pubblicato da La nave di Teseo editore.
    La mostra si apre con il San Domenico in terracotta modellato nel 1474 da Niccolò dell'Arca e collocato in origine sopra la porta "della vestiaria" nel convento della chiesa di San Domenico a Bologna, dove tra il 1469 e il 1473 l'artista attese all'Arca del santo da cui deriva il suo pseudonimo. Il destino poi porterà Sgarbi a incrociare un altro capolavoro di Niccolò dell'Arca, l'Aquila, modello per il San Giovanni evangelista della chiesa di San Giovanni in Monte, databile verso il 1478. Nella sua caccia seguono i capitelli in marmo policromo di Domenico Gagini, scolpiti nel 1484 per la chiesa dei Santi Apostoli, le terrecotte di Matteo Civitali e Agostino de Fundulis, e una straordinaria raccolta di preziosi dipinti, perlopiù su tavola, eseguiti tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, con pittori nati o attivi a Ferrara a cui si affiancano autori rari. Tra i tanti tesori in mostra anche riconosciuti capolavori della pittura italiana del Seicento, dalla Cleopatra di Artemisia Gentileschi, al Ritratto di Francesco Righetti di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino. Avvincente anche il percorso tra dipinti "da stanza" di tema sacro, allegorico e mitologico del Sei e del Settecento: una selezione con maestri della scuola veneta, emiliana, lombarda, romana, toscana. Tra le sculture, le delicate creazioni modellate da Giuseppe Mazza, Cesare Tiazzi, Petronio Tadolini e Giovanni Putti documentano la fortuna della plastica in terracotta a Bologna e in Emilia. Tra Ottocento e Novecento la mostra torna su Ferrara e sui suoi artisti: Gaetano Previati, Giovanni Boldini, Filippo de Pisis, Giuseppe Mentessi, Adolfo Magrini, Giovanni Battista Crema, Ugo Martelli, Augusto Tagliaferri, Carlo Parmeggiani, Arrigo Minerbi, Ulderico Fabbri, tutti presenti con testimonianze fondamentali e documentate.
   

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