Dal San Domenico in terracotta
modellato nel 1474 da Niccolò dell'Arca, capolavoro del
Rinascimento italiano, alla Cleopatra di Artemisia Gentileschi;
da Gaetano Previati a Boldini e De Pisis. Oltre 130 opere della
ricca collezione Cavallini-Sgarbi saranno in mostra dal 3
febbraio a Ferrara, nelle sale del Castello estense. Un tesoro
di dipinti e sculture di epoche diverse, dall'inizio del
Quattrocento alla metà del Novecento, raccolte in quarant'anni
di appassionato collezionismo da Vittorio Sgarbi con la madre
'Rina' Cavallini. Un omaggio a Ferrara, di cui le opere
raccontano la straordinaria impresa culturale, secondo le
intenzioni di Elisabetta Sgarbi, ma anche ad una famiglia che
all'arte ha dedicato tutte le sue energie. Ideata e promossa
dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi in collaborazione con la
Fondazione Cavallini Sgarbi, con il Comune di Ferrara e sotto il
patrocinio del ministero di Beni Culturali e Turismo e della
Regione Emilia-Romagna, "La Collezione Cavallini Sgarbi. Da
Niccolò dell'Arca a Gaetano Previati. Tesori d'arte per Ferrara"
sarà aperta fino al 3 giugno. Il catalogo è pubblicato da La
nave di Teseo editore.
La mostra si apre con il San Domenico in terracotta modellato
nel 1474 da Niccolò dell'Arca e collocato in origine sopra la
porta "della vestiaria" nel convento della chiesa di San
Domenico a Bologna, dove tra il 1469 e il 1473 l'artista attese
all'Arca del santo da cui deriva il suo pseudonimo. Il destino
poi porterà Sgarbi a incrociare un altro capolavoro di Niccolò
dell'Arca, l'Aquila, modello per il San Giovanni evangelista
della chiesa di San Giovanni in Monte, databile verso il 1478.
Nella sua caccia seguono i capitelli in marmo policromo di
Domenico Gagini, scolpiti nel 1484 per la chiesa dei Santi
Apostoli, le terrecotte di Matteo Civitali e Agostino de
Fundulis, e una straordinaria raccolta di preziosi dipinti,
perlopiù su tavola, eseguiti tra la fine del Quattrocento e gli
inizi del Cinquecento, con pittori nati o attivi a Ferrara a cui
si affiancano autori rari. Tra i tanti tesori in mostra anche
riconosciuti capolavori della pittura italiana del Seicento,
dalla Cleopatra di Artemisia Gentileschi, al Ritratto di
Francesco Righetti di Giovanni Francesco Barbieri detto il
Guercino. Avvincente anche il percorso tra dipinti "da stanza"
di tema sacro, allegorico e mitologico del Sei e del Settecento:
una selezione con maestri della scuola veneta, emiliana,
lombarda, romana, toscana. Tra le sculture, le delicate
creazioni modellate da Giuseppe Mazza, Cesare Tiazzi, Petronio
Tadolini e Giovanni Putti documentano la fortuna della plastica
in terracotta a Bologna e in Emilia. Tra Ottocento e Novecento
la mostra torna su Ferrara e sui suoi artisti: Gaetano Previati,
Giovanni Boldini, Filippo de Pisis, Giuseppe Mentessi, Adolfo
Magrini, Giovanni Battista Crema, Ugo Martelli, Augusto
Tagliaferri, Carlo Parmeggiani, Arrigo Minerbi, Ulderico Fabbri,
tutti presenti con testimonianze fondamentali e documentate.
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