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Un Thomas Cole "italiano" entra al museo di Filadelfia

Nel mondo

Un Thomas Cole "italiano" entra al museo di Filadelfia

Veduta di Tivoli interpretata in chiave crisi degli imperi

NEW YORK, 10 giugno 2021, 18:11

di Alessandra Baldini

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Thomas Cole, L 'arco di Nerone - RIPRODUZIONE RISERVATA

Thomas Cole, L 'arco di Nerone - RIPRODUZIONE RISERVATA
Thomas Cole, L 'arco di Nerone - RIPRODUZIONE RISERVATA

NEW YORK - Un Thomas Cole "italiano" approda al Philadelphia Museum of Arts dopo esser stato venduto all'asta tra le polemiche dal museo di Newark: il grande quadro, intitolato "L'Arco di Nerone", e' una veduta delle rovine dell'acquedotto romano di Tivoli che Cole dipinse a memoria nel 1846, poco prima di morire, sulla base di schizzi realizzati nel 1832 durante il primo di due viaggi in Italia. Il museo di Filadelfia ha ottenuto il quadro grazie a un prestito a lungo termine della Jacobsen Foundation che lo aveva a sua volta acquistato un mese fa da Sotheby's. La fondazione, il cui obiettivo e' condividere opere di arte americana con musei in tutti gli Stati Uniti, aveva comprato il quadro per quasi un milione di dollari con l'intenzione di mantenerlo nel pubblico dominio. Cole dipinse la veduta all'apice della sua carriera: l'arco monumentale in rovina al centro della composizione mostra i segni del passare del tempo e per il capofila della Scuola dell'Hudson diventa metafora della transitorietà degli imperi.

Un tema caro all'artista che lo aveva esplorato a fondo nel grande ciclo "Course of the Empire", cinque grandi tele dipinte tra 1833 e 1836 che evocano, attraverso una rappresentazione del passato, le preoccupazioni di Cole per il destino della giovane democrazia a stelle e strisce.

L'aura di Nerone, imperatore violento e depravato, incombe su questo quadro dipinto nell'anno dell'invasione americana del Messico, rappresentando, nella visione dell'artista anglo-americano, un'epoca in cui i valori etici della repubblica romana erano stati cancellati dai leader di un impero corrotto e tirannico. In questo caso il messaggio e' politico nel paragone tra l'avidita' dell'impero romano - e la sua rovina finale - e il fragile destino delle mire espansionistiche degli Stati Uniti: "La lezione di Cole sul destino dei tiranni, la sua preoccupazione per l'erosione dei valori repubblicani in America e la sua critica delle mire espansioniste della nazione, implicita nella scelta del soggetto nelle sue figure chelo popolano vestite di rosso, bianco e blu - rimangono pertinenti anche oggi", ha notato lo storico dell'arte William Coleman, uno dei maggiori esperti dell'artista. Cole dipinse altre versioni dell'Arco di Nerone: un quadro con lo stesso soggetto ma piu' piccolo si trova al Met e un altro al Detroit Museum of Art. La vendita da parte del museo di Newark aveva fatto discutere nonostante il nulla osta che l'anno scorso l'Associazione dei Musei Americani aveva dato alle istituzioni che avessero bisogno di mandare opere sul mercato per sanare i bilanci in rosso. 

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