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Alla Frick in scena Bertoldo di Giovanni

Alla Frick in scena Bertoldo di Giovanni

Fregio da Poggio a Caiano prima volta fuori dalla Toscana

NEW YORK, 16 settembre 2019, 19:44

Alessandra Baldini

ANSACheck

Bertoldo di Giovanni (ca. 1440-1491), Shield Bearer, early 1470s, gilded bronze, The Frick Collection - RIPRODUZIONE RISERVATA

Bertoldo di Giovanni (ca. 1440-1491), Shield Bearer, early 1470s, gilded bronze, The Frick Collection - RIPRODUZIONE RISERVATA
Bertoldo di Giovanni (ca. 1440-1491), Shield Bearer, early 1470s, gilded bronze, The Frick Collection - RIPRODUZIONE RISERVATA

NEW YORK - Sono solo 25 pezzi, ma nel loro insieme ricostruiscono il profilo di un genio del Rinascimento italiano finora trascurato se non per il suo status. Alla Frick Collection dal 17 settembre al 12 gennaio va in scena l'opera completa di Bertoldo di Giovanni, discepolo di Donatello e mentore di Michelangelo. Tra i pezzi arrivati da 14 tra musei e collezioni di tutto il mondo, sette vengono dal Bargello e uno, straordinario, dalla villa medicea di Poggio a Caiano: il fregio di terracotta lungo 15 metri e originariamente posizionato sulla facciata di Antonio da Sangallo non aveva mai prima d'ora lasciato la Toscana.

La mostra, che rende finalmente giustizia all'arte del fiorentino, è la prima in assoluto su Bertoldo e non poteva avvenire che alla Frick. Il Portatore di Scudo del museo americano, l'unico bronzetto del fiorentino fuori d'Europa, fu acquistato dal magnate dell'acciaio Henry Frick e dal 1935 è esposto al pubblico col vincolo che non potesse essere mai prestato altrove. Per dovere di completezza mancano all'appello soltanto il San Giovanni Battista del Louvre, troppo fragile per viaggiare e comunque di non sicura attribuzione, e i bassorilievi di stucco tuttora in situ a Palazzo Scala a Firenze.

La mostra getta luce sull'importanza di questo artista, pioniere del nudo maschile e favorito da Lorenzo de' Medici, sul ruolo da lui giocato nello sviluppo della scultura italiana del Quattrocento e sul processo creativo della sua arte. Bertoldo assoldava spesso altri artisti per realizzare le sue creazioni, come ad esempio Adriano Fiorentino per il Bellerofonte che doma Pegaso o Andrea Guazzalotti per la medaglia commemorativa della Congiura dei Pazzi commissionata da Lorenzo, una delle sei esposte nella mostra: raffigura l'attacco in cui il Magnifico uscì ferito ma vivo e il fratello Giuliano fu ucciso, la scena inserita nel pulpito del Duomo di Firenze disegnato da Brunelleschi e oggi distrutto. Nato in Oltrarno da immigrati tedeschi nel 1440, Bertoldo aveva studiato con Donatello che gli lasciò in eredità i suoi modelli e il compito di ultimare i pulpiti della basilica di San Lorenzo.

Il rapporto con Lorenzo il Magnifico fu strettissimo e di decenni, con l'artista diventato "familiare", compagno di viaggi, organizzatore di feste e perfino cuoco del signore fiorentino che tra l'altro gli affidò la cura del celebre giardino delle antichità vicino a San Marco dove studiarono giovani artisti di talento tra cui Michelangelo. Alcuni pezzi in mostra furono realizzati su commissione specifica di Lorenzo come il famoso rilievo della Battaglia dal Bargello, ispirato nella composizione da un sarcofago molto danneggiato oggi al Camposanto di Pisa. Un altro cliente fu Ercole Primo d'Este duca di Ferrara (l'Ercole a Cavallo), ma il lavoro di Bertoldo era ricercato in tutta Italia, con commesse perfino da Costantinopoli. Il Portatore di Scudo è esposto per la prima volta con il suo "gemello" di Vienna rivelando una iconografia che spazia dai fauni fantastici dell'Arcadia al mito di Ercole e alla favola medievale dell'uomo selvaggio.

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