"Riteniamo che soltanto con il tempo
si potrà valutare l'effettiva efficacia del Ceta; si dovranno
aspettare quindi i dati dell'export per poter esprimere una
valutazione supportata da dati di fatto sull'accordo di libero
scambio. E' necessario attendere che le misure e le agevolazioni
previste trovino applicazione e si consolidino sul mercato". E'
quanto dichiara il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci
Curbastro, sottolineando di essere "perfettamente consapevoli di
come l'accordo di libero scambio tra l'Unione Europea e Canada,
in vigore dal 21 settembre 2017, possa costituire oggetto di
opposta valutazione da parte dei diversi interlocutori".
Nell'analisi della federazione che rappresenta i Consorsi di
Tutela dei Vini a denominazione, l'accordo Ceta può
rappresentare un buon punto di partenza per il riconoscimento
delle Indicazioni Geografiche in un Paese, come il Canada, che
fino ad oggi ha concepito unicamente il sistema dei marchi: "già
dai primi dati export registrati in seguito alla conclusione
dell'accordo - conclude Ricci Curbastro - possiamo constatare
alcuni primi effetti positivi: le denominazioni italiane sono
cresciute complessivamente di un 9% in valore. Dato confermato
anche nel primo trimestre del 2018, al termine del quale abbiamo
raggiunto sul confezionato un 10% di crescita in valore delle
DO".
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